martedì 18 ottobre 2011

Verbale Assemblea Pomeridiana 16 ottobre 2011


Verbale Assemblea Pomeridiana 16 ottobre 2011


L’assemblea viene aperta da Dario che, in qualità di moderatore, ribadisce che non rappresentiamo nessuno se non noi stessi e spiega i vari ruoli nonché l’importanza del rispetto, della lucidità e delle regole. Serve una strategia comune su pensieri condivisi: è necessario mettere da parte l’ego. L’assemblea di oggi serve a conoscerci, a scoprire sensibilità comuni di anime varie.
Si decide di tralasciare la discussione sulla giornata del 15 visto che se ne è parlato dettagliatamente in mattinata. Chi volesse continuare a parlarne può farlo a fine assemblea.
Ordine del Giorno:
-aggiornamento sulla situazione internazionale post 15O
-situazione nazionale
-basi comuni e strategia unitaria: proposte concrete realizzate dalle commissioni prima dell’assemblea (commissione Strategia e Formazione, Media e Stampa, Logistica e Accampata).
Claudio ricorda che si è trattato della più grande mobilitazione della storia del pianeta ieri: in 950 città si è manifestato in modo non violento, tranne a Roma. In Spagna sono scese in strada 200.000 persone senza incidenti: sta nascendo un mondo nuovo.
Ci comunicano che a Milano hanno dormito in 41 in Piazza Duomo con l’intenzione di creare un presidio permanente. Caterina, che ha partecipato al corteo con Ateneinrivolta, incita a capire cosa è successo e perché solo a Roma, e come fare affinchè non accada di nuovo. Il moderatore fa notare che abbiamo già discusso della giornata di ieri e si prosegue con gli interventi. Antonio, parlando dell’esperienza bolognese, sostiene la necessità di avere spazi pubblici di rivendicazione politica: a volte bisogna partire dalla forma per arrivare alla sostanza. Fausto propone di andare oltre il 15O, con proposte alternative come i gruppi di acquisto solidali: dobbiamo portare in piazza la realtà della vita quotidiana. Chiara esprime la sua forte speranza nonostante quello che è successo sabato: il nuovo mondo per cui eravamo in piazza è possibile e in alcuni paesi la stanno realizzando. Ci invita inoltre a riflettere su quello che non ha funzionato, come le bandiere e le violenze, e ad andare oltre. Un signore che ha partecipato a un paio di assemblee sostiene la necessità di un’assemblea costituente per la democrazia diretta: non c’era un progetto nella violenza che ha distrutto la possibilità del corteo di annunciare le proposte dell’assemblea. Una delle testimonianze più belle è quella della signora Neva, cresciuta sotto il fascismo, che ha sempre partecipato in piazza e che ribadisce che la sua generazione ripone tutte le sue speranze in noi. Dobbiamo tornare ad avere gioia e resistere. Gabriele sottolinea che il sistema sta crollando e che dobbiamo gestire il crollo con le forme e gli strumenti che sapremo darci: la lotta deve essere adatta. Sergio racconta come la collaborazione con le famiglie dei disabili ci abbia dato energia nonché una grande motivazione: se avessimo scelto modalità violente queste forze non sarebbero state con noi. Qualcuno ricorda come un precedente alla giornata di sabato si possa trovare nel 15/2/2003, nella grande manifestazione contro la guerra in Iraq, totalmente pacifica. Sabato abbiamo provato una sensazione di gioia ma allo stesso tempo di impotenza. L’assemblea di oggi rappresenta una forma civile in cui costruire percorsi: non sarà facile ma nemmeno impossibile. Ricorda che con la cultura si costruisce un mondo migliore e che dovremmo essere inclusivi anche coi migranti, e che abbiamo già vinto col referendum. Sabato il movimento è stato strozzato perché non abbastanza organizzato, e non solo per colpa dei violenti ma anche per colpa dei partiti. Dobbiamo essere pacifici ma determinati: la violenza ce l’abbiamo dentro, non dobbiamo essere ipocriti ma usare l’intelligenza. Marica, rappresentante dei collettivi, bisogna ragionare sulle proposte e c’è bisogno di gente “comune” unita. Dobbiamo combattere contro BCE, FMI a cui i governi delegano le nostre vite, apparati burocratici non eletti da nessuno. È importante ascoltarsi e canalizzare questo malessere con proposte e temi concreti. Aurelia propone di comunicare di più: siamo noi giovani che dobbiamo fare qualcosa, siamo noi il futuro. Ci sono altre persone come noi in giro per l’Italia, ci dobbiamo unire. Interviene un signore che è stato ferito da una bottiglia: ricorda quello che diceva Cossiga, cioè di lasciare i manifestanti liberi di fare quello che vogliono per 10 giorno, è questa la loro strategia, che però adesso è stata migliorata grazie ai black bloc. Bisogna evitare le violenze con servizi d’ordine altrimenti ci vieteranno le piazze: dobbiamo garantire la sicurezza e costringere la polizia a fare il loro dovere cioè proteggere i cittadini. Dobbiamo riconoscere i violenti, fotografarli e denunciarli. Il moderatore ricorda che a Roma è attiva la commissione rispetto proprio per evitare episodi di violenza. Claudia fa una proposta di teatro sociale, ad esempio con la rappresentazione del Monopoli.
Per quanto riguarda i lavori delle commissioni, la commissione Strategia e Formazione ha discusso di come coinvolgere le persone con un atteggiamento non violento attraverso un lavoro su noi stessi tramite laboratori sulla non violenza in forma ludica. Dobbiamo creare un coordinamento tra tutti i movimenti tramite una mailing list e un’autoformazione tra pari. A Firenze stanno creando un gruppo di attivisti non violenti, e il 30 ottobre si terrà un incontro alle 11. Il termine “lotta” può far pensare alla violenza, ma si possono fare anche battaglie con azioni non violente attraverso la ribellione politica e un lavoro di ricerca e di analisi dei vari movimenti non violenti. La commissione media e stampa presenta varie proposte: superare le differenze tra noi e i giornalisti, includendoli in assemblea , provando magari per 2/3 mesi a utilizzare solo comunicati stampa senza rilasciare interviste, usando mail non personali; proposta di cambiare nome ma solo dopo aver capito i punti base; responsabili video e comunicazione a rotazione (su democrazia reale.com si trovano link utili). La commissione logistica e accampata,ridefinita “qualità dell’abitare e della vita qui”, si occupa dell’accampata, ovvero un aggregarsi spontaneo della piazza. L’esperienza spagnolo ci porta un metodo e uno strumento, l’assemblea, molto rispettoso e di tutti,e uno spirito non violento ma rivoluzionario. È importante che l’assemblea riconosca l’accampata che dobbiamo imparare a gestire. Dobbiamo avere coscienza del nostro ruolo attivo nella società. È nelle commissioni che si articola la proposta: si tratta di strumenti aperti,con tematiche accessibili a tutti. Bisogna considerare alcune questioni urgenti per l’accampata come i bagni, il cibo, e come far vivere culturalmente questo spazio.
La discussione riprende sulla giornata di sabato, alcuni dicono che dobbiamo essere uniti anche davanti alla polizia, isolando i violenti. È necessaria maggiore informazione, anche per quello sabato è andata così. Andrea propone un documento su come dovrebbero funzionare le forze dell’ordine in una società civile, magari tramite una lettera aperta di cui potrebbe la commissione rispetto, oltre alle urne da utilizzare in piazza dove i cittadini possano portare proposte su istruzione, salute e qualità della vita. Daniele, clown di strada, usa la festa come pratica di lotta per allontanare la paura. Mario sottolinea che la tv ha parlato solo degli scontri, e anche se nessuno parlerà dei momenti bellissimi che abbiamo vissuto vuole ringraziarci. Girolamo invita tutti alla notte dei Senza Dimora, che si tiene da 11 anni dormendo al fianco dei senza dimora. Iacopo distingue tra riformismo, che può essere pacifico o violento, imponendosi come è successo sabato, e rivoluzione ossia ragionare come rivoluzionari, e invita a partecipare alla commissione lavoro che cerca di capire come abbattere il capitalismo. Si propone di riprenderci San Giovanni come atto simbolico. Viene poi proposto un comunicato da dare alla stampa, che viene approvato dall’assemblea: si tratta di un’assemblea spontanea ed eterogenea per trovare un terreno comune da domani in poi, basata sulla speranza nonostante tutto, sulla rivendicazione del nostro futuro e sull’assenza di paura. Antonio propone un evento Takethesquare per riprenderci la piazza attraverso un evento comune a tutti, basato su obiettivi chairi. Se l’obiettivo è comune possiamo anche fare a meno di distinguere tra buoni e cattivi e se siamo rivoluzionari dobbiamo abbattere queste metodologie. Claudia propone giorni sociali in cui oltre a fare assemblea ci sia teatro sociale, clown , spettacoli per bambini per far venire la gente: potrebbe essere un appuntamento fisso. Giada sostiene che bisogna ricostruire il tessuto sociale in tutti i posti di lavoro e di attuare boicottaggi per coinvolgere la popolazione. Sofia a tal proposito ricorda la proposta della commissione Economia, Ecologia, Cultura. Niccolò parla di eterogeneità da cui trarre qualcosa di utile in tutti i campi. Propone di realizzare una lista settimanale per avere sempre qualcuno in accampata. Si propone di mettere all’ODG di mercoledi l’organizzazione dell’evento Takethesquare.


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