Verbale Assemblea Pomeridiana 16
ottobre 2011
L’assemblea viene aperta da Dario
che, in qualità di moderatore, ribadisce che non rappresentiamo nessuno se non
noi stessi e spiega i vari ruoli nonché l’importanza del rispetto, della
lucidità e delle regole. Serve una strategia comune su pensieri condivisi: è
necessario mettere da parte l’ego. L’assemblea di oggi serve a conoscerci, a
scoprire sensibilità comuni di anime varie.
Si decide di tralasciare la
discussione sulla giornata del 15 visto che se ne è parlato dettagliatamente in
mattinata. Chi volesse continuare a parlarne può farlo a fine assemblea.
Ordine del Giorno:
-aggiornamento sulla situazione
internazionale post 15O
-situazione nazionale
-basi comuni e strategia
unitaria: proposte concrete realizzate dalle commissioni prima dell’assemblea
(commissione Strategia e Formazione, Media e Stampa, Logistica e Accampata).
Claudio ricorda che si è trattato
della più grande mobilitazione della storia del pianeta ieri: in 950 città si è
manifestato in modo non violento, tranne a Roma. In Spagna sono scese in strada
200.000 persone senza incidenti: sta nascendo un mondo nuovo.
Ci comunicano che a Milano hanno
dormito in 41 in Piazza Duomo con l’intenzione di creare un presidio
permanente. Caterina, che ha partecipato al corteo con Ateneinrivolta, incita a
capire cosa è successo e perché solo a Roma, e come fare affinchè non accada di
nuovo. Il moderatore fa notare che abbiamo già discusso della giornata di ieri
e si prosegue con gli interventi. Antonio, parlando dell’esperienza bolognese,
sostiene la necessità di avere spazi pubblici di rivendicazione politica: a
volte bisogna partire dalla forma per arrivare alla sostanza. Fausto propone di
andare oltre il 15O, con proposte alternative come i gruppi di acquisto
solidali: dobbiamo portare in piazza la realtà della vita quotidiana. Chiara
esprime la sua forte speranza nonostante quello che è successo sabato: il nuovo
mondo per cui eravamo in piazza è possibile e in alcuni paesi la stanno
realizzando. Ci invita inoltre a riflettere su quello che non ha funzionato,
come le bandiere e le violenze, e ad andare oltre. Un signore che ha
partecipato a un paio di assemblee sostiene la necessità di un’assemblea
costituente per la democrazia diretta: non c’era un progetto nella violenza che
ha distrutto la possibilità del corteo di annunciare le proposte
dell’assemblea. Una delle testimonianze più belle è quella della signora Neva,
cresciuta sotto il fascismo, che ha sempre partecipato in piazza e che
ribadisce che la sua generazione ripone tutte le sue speranze in noi. Dobbiamo
tornare ad avere gioia e resistere. Gabriele sottolinea che il sistema sta
crollando e che dobbiamo gestire il crollo con le forme e gli strumenti che
sapremo darci: la lotta deve essere adatta. Sergio racconta come la
collaborazione con le famiglie dei disabili ci abbia dato energia nonché una
grande motivazione: se avessimo scelto modalità violente queste forze non
sarebbero state con noi. Qualcuno ricorda come un precedente alla giornata di
sabato si possa trovare nel 15/2/2003, nella grande manifestazione contro la
guerra in Iraq, totalmente pacifica. Sabato abbiamo provato una sensazione di
gioia ma allo stesso tempo di impotenza. L’assemblea di oggi rappresenta una
forma civile in cui costruire percorsi: non sarà facile ma nemmeno impossibile.
Ricorda che con la cultura si costruisce un mondo migliore e che dovremmo
essere inclusivi anche coi migranti, e che abbiamo già vinto col referendum.
Sabato il movimento è stato strozzato perché non abbastanza organizzato, e non
solo per colpa dei violenti ma anche per colpa dei partiti. Dobbiamo essere
pacifici ma determinati: la violenza ce l’abbiamo dentro, non dobbiamo essere
ipocriti ma usare l’intelligenza. Marica, rappresentante dei collettivi,
bisogna ragionare sulle proposte e c’è bisogno di gente “comune” unita.
Dobbiamo combattere contro BCE, FMI a cui i governi delegano le nostre vite,
apparati burocratici non eletti da nessuno. È importante ascoltarsi e
canalizzare questo malessere con proposte e temi concreti. Aurelia propone di
comunicare di più: siamo noi giovani che dobbiamo fare qualcosa, siamo noi il
futuro. Ci sono altre persone come noi in giro per l’Italia, ci dobbiamo unire.
Interviene un signore che è stato ferito da una bottiglia: ricorda quello che
diceva Cossiga, cioè di lasciare i manifestanti liberi di fare quello che
vogliono per 10 giorno, è questa la loro strategia, che però adesso è stata
migliorata grazie ai black bloc. Bisogna evitare le violenze con servizi
d’ordine altrimenti ci vieteranno le piazze: dobbiamo garantire la sicurezza e
costringere la polizia a fare il loro dovere cioè proteggere i cittadini.
Dobbiamo riconoscere i violenti, fotografarli e denunciarli. Il moderatore
ricorda che a Roma è attiva la commissione rispetto proprio per evitare episodi
di violenza. Claudia fa una proposta di teatro sociale, ad esempio con la
rappresentazione del Monopoli.
Per quanto riguarda i lavori
delle commissioni, la commissione Strategia e Formazione ha discusso di come
coinvolgere le persone con un atteggiamento non violento attraverso un lavoro
su noi stessi tramite laboratori sulla non violenza in forma ludica. Dobbiamo
creare un coordinamento tra tutti i movimenti tramite una mailing list e
un’autoformazione tra pari. A Firenze stanno creando un gruppo di attivisti non
violenti, e il 30 ottobre si terrà un incontro alle 11. Il termine “lotta” può
far pensare alla violenza, ma si possono fare anche battaglie con azioni non
violente attraverso la ribellione politica e un lavoro di ricerca e di analisi
dei vari movimenti non violenti. La commissione media e stampa presenta varie
proposte: superare le differenze tra noi e i giornalisti, includendoli in
assemblea , provando magari per 2/3 mesi a utilizzare solo comunicati stampa
senza rilasciare interviste, usando mail non personali; proposta di cambiare
nome ma solo dopo aver capito i punti base; responsabili video e comunicazione
a rotazione (su democrazia reale.com si trovano link utili). La commissione
logistica e accampata,ridefinita “qualità dell’abitare e della vita qui”, si occupa
dell’accampata, ovvero un aggregarsi spontaneo della piazza. L’esperienza
spagnolo ci porta un metodo e uno strumento, l’assemblea, molto rispettoso e di
tutti,e uno spirito non violento ma rivoluzionario. È importante che
l’assemblea riconosca l’accampata che dobbiamo imparare a gestire. Dobbiamo
avere coscienza del nostro ruolo attivo nella società. È nelle commissioni che
si articola la proposta: si tratta di strumenti aperti,con tematiche
accessibili a tutti. Bisogna considerare alcune questioni urgenti per
l’accampata come i bagni, il cibo, e come far vivere culturalmente questo
spazio.
La discussione riprende sulla
giornata di sabato, alcuni dicono che dobbiamo essere uniti anche davanti alla
polizia, isolando i violenti. È necessaria maggiore informazione, anche per
quello sabato è andata così. Andrea propone un documento su come dovrebbero
funzionare le forze dell’ordine in una società civile, magari tramite una
lettera aperta di cui potrebbe la commissione rispetto, oltre alle urne da
utilizzare in piazza dove i cittadini possano portare proposte su istruzione,
salute e qualità della vita. Daniele, clown di strada, usa la festa come
pratica di lotta per allontanare la paura. Mario sottolinea che la tv ha
parlato solo degli scontri, e anche se nessuno parlerà dei momenti bellissimi
che abbiamo vissuto vuole ringraziarci. Girolamo invita tutti alla notte dei
Senza Dimora, che si tiene da 11 anni dormendo al fianco dei senza dimora.
Iacopo distingue tra riformismo, che può essere pacifico o violento,
imponendosi come è successo sabato, e rivoluzione ossia ragionare come
rivoluzionari, e invita a partecipare alla commissione lavoro che cerca di
capire come abbattere il capitalismo. Si propone di riprenderci San Giovanni
come atto simbolico. Viene poi proposto un comunicato da dare alla stampa, che
viene approvato dall’assemblea: si tratta di un’assemblea spontanea ed
eterogenea per trovare un terreno comune da domani in poi, basata sulla
speranza nonostante tutto, sulla rivendicazione del nostro futuro e
sull’assenza di paura. Antonio propone un evento Takethesquare per riprenderci
la piazza attraverso un evento comune a tutti, basato su obiettivi chairi. Se
l’obiettivo è comune possiamo anche fare a meno di distinguere tra buoni e
cattivi e se siamo rivoluzionari dobbiamo abbattere queste metodologie. Claudia
propone giorni sociali in cui oltre a fare assemblea ci sia teatro sociale,
clown , spettacoli per bambini per far venire la gente: potrebbe essere un
appuntamento fisso. Giada sostiene che bisogna ricostruire il tessuto sociale
in tutti i posti di lavoro e di attuare boicottaggi per coinvolgere la
popolazione. Sofia a tal proposito ricorda la proposta della commissione
Economia, Ecologia, Cultura. Niccolò parla di eterogeneità da cui trarre qualcosa
di utile in tutti i campi. Propone di realizzare una lista settimanale per
avere sempre qualcuno in accampata. Si propone di mettere all’ODG di mercoledi
l’organizzazione dell’evento Takethesquare.
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