lunedì 30 gennaio 2012

Verbale assemblea Democrazia Reale Ora – Roma, 29 Gennaio 2012, Piazza San Giovanni



Moderatore: Chiara M.
Interventi: Chiara F.
Verbale: Margherita


OdG:
1)      Problemi Logistici
2)      Proposta lab log out
3)      Commissione contenuti, riorganizzazione commissioni e marcia a Napoli
4)      Report conferenza sul debito all’ex Lavanderia
5)      Proposte:
a.      Raccolta di solidarietà alla Grecia
b.      Festival del cinema di Parigi
c.      Acta
d.      Coordinamento nazionale
e.      Iniziativa primavera disabili/coordinamento nazionale
f.        Iniziative a Francoforte
g.      Sciopero 15 maggio
6)      Movimento dei forconi e altri movimenti sociali




venerdì 27 gennaio 2012

Comunicato Solidarietà Per Attivisti No Tav


Roma 26/01/2012


Apprendiamo con molta preoccupazione dell'arresto, stamane all'alba, su mandato della questura di Torino, di 25 attivisti No Tav, e dell'imposizione dell'obbligo di dimora per altri 15. Gli ordini di custodia sono stati notificati in diverse regioni d'Italia, ma solo due di essi hanno riguardato abitanti della Valle.
Desideriamo esprimere tutta la nostra stima e solidarietà nei confronti di un movimento che ha saputo, in vent'anni di lotta nonviolenta e determinata, riunire attorno a sé realtà tra le più disparate, ma soprattutto il consenso della gente. Perché, così come nelle campagne referendarie per l'acqua pubblica e contro il nucleare, nelle manifestazioni di giugno e luglio in val di Susa si è riconosciuta la necessità delle persone di riappropriarsi di quello che è il nostro

patrimonio collettivo, il territorio, l'ambiente, il bene comune.
Nonostante la nostra pratica sia sempre stata schiettamente nonviolenta, ravvisiamo e denunciamo il tentativo maldestro e politicamente scellerato, del procuratore Caselli, di distinguere fra "attivisti pacifici" e "militanti violenti e criminali". Siamo ben consci che questo modo di operare, oltre che improntato a una gestione politicizzata dell'ordine pubblico, è inutile, in quanto il movimento ha sempre saputo esprimere chiaramente, e in maniera unitaria, il significato delle proprie azioni, e non sarà quest'operazione, che osiamo definire "puramente mediatica", a scalfirne la compattezza e allontanarlo dal suo obiettivo, chiaro e limpido, di impedire che la linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione sia realizzata.Da parte nostra, desideriamo esprimere in maniera concreta, in tutte le forme che riterremo opportune, il nostro appoggio fattivo.
A SARA' DURA SENZA PAURA!!
Assemblea di Roma degli Indignati / Italian Revolution - Democrazia Reale Ora

Notizie dalla Romania (dal blog: http://acampadabcninternacional.wordpress.com)


Da: http://acampadabcninternacional.wordpress.com/2012/01/22/indignados-ponen-contra-las-cuerdas-al-gobierno/


Romania: si annunciano manifestazioni di massa per la settimana prossima

Ci sono eventi che apparentemente sembrano marginali ma che diventano catalizzatori per richieste e volontà di cambiamento, azioni che trascendono anche gli obiettivi di chi le ha poste in essere. Accadde nel 1955, quando Rosa Parks si rifiutò di cedere il suo posto nella parte anteriore del bus che viaggiava in Alabama, si è ripetuto di recente in Tunisia, nel dicembre 2010, quando il giovane venditore e studente Mohamed Bouazizi, stanco delle ingiustizie da parte della polizia e senza alcuna prospettiva per il futuro, si dette fuoco.

Sta per accadere di nuovo in Romania. La goccia che ha fatto traboccare il vaso e la pazienza di un popolo storicamente abituato a soffrire e a rassegnarsi c’è stata l’11 gennaio quando il presidente Basescu ha parlato sul canale televisivo Realitatea e ha chiesto con superbia e petulanza le dimissioni immediate del segretario di stato per la salute Raed Arafat, uno dei personaggi più validi del paese. Il motivo era l’opposizione di Arafat alla proposta del partito al governo, il partito conservatore Pdl, di riformare il sistema sanitario senza un previo dibattito.

Il movimento di proteste, che in un primo momento aveva come obiettivo quello di mostrare solidarietà ad Arafat e il respingimento del controverso progetto di legge, ha preso un’altra piega diversa, diventando un’ondata di proteste, di un’intensità sconosciuta con un livello di partecipazione dei cittadini che non si conosceva dal 1989 e che si è diffusa in 43 città.

A nulla è servitor che Basescu, sorpreso e angosciato dalla inaspettata risposta, abbia chiesto che il progetto di riforma del sistema sanitario fosse ritirato e che Arafat tornasse al suo ruolo nel ministero. Quando la miccia del malcontento scatta è complicato spegnerla.

L’assenza di leader, sindacati e della coalizione di opposizione Usl (Unione dei socialdemocratici e dei liberali), che sono rimasti in attesa in un primo momento, e l’assoluta eterogeneità dei suoi componenti ha fatto sorgere dei dubbi sulla continuità temporale delle proteste.

L'eterogeneità che converge nella stessa causa dei funzionari o dei pensionati a cui il governo ha tagliato rispettivamente il 25% e 15% dei loro stipendi e benefici. Nostalgici del comunismo come Ovidiu Gheorghe, l'uomo di 80 anni, si rammarica amaramente del fatto che con la sua pensione di 180 euro "non posso pagare per farmaci di cui ho bisogno né vivere con un minimo di dignità", cittadini che non appartengono al alcun partito politico mostrano il loro rifiuto a tutta classe politica corrotta (la Corte dei conti ha appena pubblicato che nel 2010 sono stati spesi "in modo irregolare” 9000 milioni di euro), rivoluzionari del 1989 ai quali il governo ha sospeso gli assegni mensili dal 1 gennaio, i diversi partiti politici extraparlamentari, dal Partito dei Verdi fino al gruppo di estrema destra Noua Dreapta, attraverso figure più o meno bizzarri che vogliono utilizzare la protesta come una piattaforma marginale – come gli ultras delle squadre di calcio il cui unico scopo è quello di provocare scontri con la polizia, gli ambientalisti che si oppongono alle miniere d'oro a Rosia Montana (progetto minerario potrebbe causare danni irreparabili al patrimonio e l'ecologia del paese), femministe come Mihai Tudorina dell’associazione femminista Filia, che chiede maggiore visibilità sociale e politica con le donne rumene, o i membri di partiti di opposizione e sindacati che non vogliono escludersi da proteste da cui potrebbero beneficiare indirettamente.

Basescu e il primo ministro Boc hanno affrontato le manifestazioni del week-end con un occhio a una settimana che si prevede fatale per i loro interessi.

Da un lato, il ministro dell’Interno Traian Igas è sotto pressione affinché si dimetta o spieghi la brutalità della polizia a Bucarest (http://youtu.be/0BlqUWqMH2w) rispetto ai numerosi abusi commessi e diffusi su canali di socializzazione, se sono stati fascicoli su quattro casi di polizia antisommossa.

Da Strasburgo, i socialdemocratici (PSE) e liberali (ALDE), in Europa hanno rilasciato una dichiarazione di condanna: "Esprimiamo la nostra preoccupazione per il comportamento sempre più antidemocratico del regime di Bucarest, dove il presidente ha esercitato i suoi poteri al limite della Costituzione ". Hanno anche ricordato che se aggiustamenti sono necessari in questo momento, specialmente se si desidera ricevere l'operazione successiva di prestito fino a 20.000 milioni di euro negoziati col Fmi nel 2009, non è comprensibile perché allo stesso tempo la Romania abbia da sola assorbito il 3% dei fondi europei a causa della sua generalizzata incapacità amministrativa e della corruzione generalizzata.

L’opposizione Usl ha sollecitato lunedì 23 gennaio la convocazione di una sessione straordinaria del parlamento durante la quale esigerà che al primo ministro Boc spiegazioni per gli abusi della polizia, la sospensione del presidente Basescu e la convocazione immediata di elezioni anticipate. Tuttavia, le possibilità di successo in relazione a queste due ultime proposte sono scarse, perché manca l’opposizione della maggioranza necessaria.

Per finire la particolare via crucis del governo, la settimana prossima sono state convocate tre diverse manifestazioni: rivoluzionari del 1989, ecologisti contrari al progetto Rosia Montanae del sindacato dei militari in pensione.

Per tre giorni in diverse città europee come Londra, Lisbona, Vienna, Roma e Parigi si sono riuniti decine di romeni che chiedono le dimissioni del presidente Basescu. In Spagna, stanno programmando per questo fine settimana una manifestazione di fronte all’Ambasciata di Madrid e ai consolati di Barcellona, Castellon e Saragozza.

Secondo l’analista politico Andrei Taranu “se le manifestazioni della prossima settimana avranno un esito positivo, Basescu sarà obbligato a fare gesti di conciliazione come una massiccia ristrutturazione dell’attuale governo o convocare elezioni anticipate”.

Le prospettive sono negative per un presidente che supera di poco il 15 % di gradimento secondo gli ultimi sondaggi e in un anno in cui potrebbero svolgersi le elezioni legislative e che può essere un terremoto politico in Romania.



giovedì 26 gennaio 2012

Non ci sono ex Indignati. Comunicato stampa in risposta al servizio del Tg5 sull'Accampata delle Terme di Caracalla a Roma del 23 Gennaio 2012.

Il 23 Gennaio il Tg5 ha mandato in onda un breve servizio sugli accampati a Via delle Terme di Caracalla, a Roma. Queste persone sono state definite un gruppo di sfollati, ex-indignati e disoccupati che bivaccano senza una precisa ragione.

Non è mancato il puntuale intervento di Alemanno che, vittima, è stato ostacolato dalla questura e da mediazioni politiche, altrimenti "quando andava di moda fare questo (l'accampata)" l'avrebbe fatta sgomberare da tempo. Cercando di prescindere dalla mancanza di analisi politica del Sindaco e dalla (dis)informazione giornalistica del Tg5, è necessario rispondere ad alcune calunnie.

Le persone che ora vivono a Caracalla non hanno nè un presente e nè un futuro, in buona parte. Dove sono le istituzioni? Non sono loro che dovrebbero tutelare il cittadino in difficoltà?

Purtroppo il Tg5 domanda solo "Com'è possibile", piuttosto che chiedere ad Alemanno "Come intendete aiutare queste persone". Ma è evidente da anni ormai che le Istituzioni hanno abbandonato i propri cittadini, o almeno quelli più disagiati e Alemanno strumentalizza la sofferenza delle fasce più deboli della popolazione per riscuotere i consensi dei suoi elettori. Eppure noi chiediamo al sindaco Alemanno, a cosa servono le Istituzioni se non soddisfano neanche i bisogni basilari dei cittadini? Eppure lo stato dovrebbe essere uno strumento del popolo. Ma il popolo si è trasformato sempre più nel servo dello stato, a sua volta schiavo dell'economia e del profitto. Il nostro sindaco non cerca una sistemazione o il dialogo e nè cerca di capire le motivazioni delle persone che sono lì. Persone che dormono in tenda, al freddo, sotto la pioggia, alcuni di loro tornano da una giornata di lavoro sotto pagata, per mangiare quel poco che c'è e riposare poi in una tenda scomoda. Ma almeno lì, in accampata, non sono da soli. Alemanno, fattelo dire, sei inutile. La sfiducia nelle istituzioni è ormai radicata, endemica. E sappiamo tutti perchè, non c'è "confusione" in merito.

Per quanto riguarda la disinformazione sugli Indignati, che vengono citati nel servizio, essere Indignato non è nè una bandiera, nè una tessera partitica, nè uno status symbol e nè, per carità, una moda. Le persone che fanno parte del movimento degli Indignati a Roma sono un gruppo di cittadini di tutte le età, studenti, precari, pensionati, che protesta, che manifesta e che porta l'indignazione in piazza sin dal maggio 2011 sull'onda del movimento spagnoloe che ha resistito il 15 Ottobre,nonostante la manifestazione fosse stata strappata dalle mani dei cittadini scesi in piazza, dando vita ad assemblee popolari e all'accampata di Piazza Santa Croce in Gerusalemme.

Nel mese di gennaio ci siamo spostati a Piazza San Giovanni in occasione dell'Agorà che si è svolta dal 7 al 21 Gennaio. L'Agorà, puntualmente ignorata da quasi tutti i media, ha visto uniti centinaia di Indignati da tutto il mondo per discutere in Assemblea di problemi globali come debito, rifiuti, disabilità, immigrazione, non violenza. Noi Indignati stiamo cercando di trovare soluzioni, stiamo cercando di svegliare quella coscienza collettiva ormai sopita e anestetizzata da politici mafiosi, incompetenti ed in malafede, in collaborazione con un giornalismo di propaganda, spesso e volentieri al loro servizio.

Continueremo ad occupare, a manifestare e ad accamparci fino a quando sarà necessario, fino a quando la nostra Indignazione non troverà risposte concrete. Lo faremo sempre senza Leader, senza Bandiere e senza Violenza, con l'inclusività e la democrazia che ci ha sempre contraddistinto in questi mesi.


lunedì 23 gennaio 2012

Verbale assemblea Democrazia Reale Ora – Roma, 22 Gennaio 2012, Piazza San Giovanni


Moderatrice: Rosario

Interventi: Chiara F.

Verbalizzatrice: Eleonora

Presenti: All’inizio 15 persone, più avanti fino a 40.

O.D.G.

  1. Turno di parola a giro per analisi interna del Movimento
  2. Movimento dei forconi
  3. Raccolta di solidarietà per la Grecia
  4. Punto Commissione Lavoro

sabato 21 gennaio 2012

"Indignati: in 'marcia' da Roma a Napoli su una sedia a rotelle Roma" 20 gen. (Adnkronos)


Indignati: in 'marcia' da Roma a Napoli su una sedia a rotelle
Roma, 20 gen. (Adnkronos)


Si chiama Francesco, ha 33 anni, e' diplomato Ragioniere programmatore ma e' senza lavoro. Domani o sabato partira' da Roma per raggiungere Napoli con gli ''Indignati'' che ieri hanno lasciato Piazza san Giovanni e si sono momentaneamente stabiliti nell'ex manicomio provinciale di Santa Maria della Pieta' a Roma. Lui ha pero' una 'particolarita'' e' su una sedia a rotelle. Fa parte della Commissione Persone Speciali degli Indignati della Capitale nata con lo scopo di ''contribuire alla creazione di una società che sappia modellarsi rispetto alle reali esigenze umane, che sappia facilitare la libera espressione di chiunque, che promuova l' integrazione, ma soprattutto l'inclusione delle risorse in primo luogo umane, attraverso la relazione interpersonale e la diffusione di idee. Ed e' deciso: partira' alla volta di Napoli per portare la sua esperienza e rivendicare i diritti delle persone con 'discapacita'. ''Per i disabili - spiega Francesco all'Adnkronos - c'e' tanto da rivendicare, dal lavoro alla mobilita', dalla vita sociale al tempo libero al diritto all'autonomia, passando per l'istruzione. In Italia non va niente. Le leggi ci sono, e sono anche all'avanguardia ma e' difficile che vengano rispettate. Come si dice? ‘'Fatta la legge trovato l'inganno''.
Mentre Francesco, che si e' unito agli Indignati nell'?accampata' a Caracalla spiega le sue ragioni, nel padiglione dell'ex Lavanderia il gruppo che si e' trasferito da piazza San Giovanni e' in assemblea per decidere se partire domani o sabato e quale sara' il percorso. Dentro l'ex lavanderia una cinquantina di persone, di diverse nazionalita': francesci, norvegesi, algerini, olandesi, una ragazza australiana e, ovviamente, italiani.
Gli 'indignati' non si distinguono per il colore della pelle e neanche per la loro appartenenza sociale, religiosa o tantomeno anagrafica: sono giovani ma anche anziani, disoccupati, hippy, operai, impiegati e artisti, accomunati dal desiderio di mostrare tutta la loro indignazione contro le inefficienze del sistema capitalistico e finanziario. Non sono dotati di un leader, le decisione vengono prese da una sorta di ''assemblea comune'', e le loro decisioni le comunicano attraverso i social network, come Facebook e Twitter.''Fino ad ora – spiega quindi Daniele, uno degli Indignati romani che fa parte del gruppo di 'Marciatori' Nizza-Atene e della Commissione Comunicazione e che all'interno dell'assemblea assolve anche funzioni di traduttore - abbiamo fatto tappe da 22 a 28 chilometri al giorno ma vorremo abbassare la media e fare piu' tappe con soste di almeno due giorni nelle citta' per sensibilizzare e coinvolgere dal 'basso' la popolazione''. ''Dovremmo partire domani o, al piu' tardi sabato e la prima tappa sara' ai Castelli, poi - aggiunge - decidendo la sosta di volta in volta arriveremo fino a Napoli''. Non ci sono date prestabilite, ''arriveremo!'', l'unica data certa e' il 15 aprile quando arriveranno ad Atene.
C'e' chi dice che Francesco e' l'unico disabile ad aver deciso di partecipare alla 'Marcia' e chi dice, invece, che in altre realta', come in Spagna sono diversi i disabili che partecipano>.
Lui si schermisce: ''non mi interessa, non marcio per quello ma per rivendicare i diritti delle persone con disabilita'. E' un'esperienza''. Non si pone nemmeno obiettivi ambiziosi: ''Ad Atene? Non so se ci arrivero'. Intanto arrivo a Napoli poi si vedra'''.
Francesco non sara' accompagnato da messun membro della sua famiglia, che comunque non ostacola e anzi sostiene la sua decisione, ne' da un amico speciale', e' il gruppo che in caso di necessita' gli dara' una mano.
''La marcia e le 'accampate' - conclude Daniele - sono un mezzo per diffondere un messaggio, per risvegliare le coscienze e rianimare la partecipazione''. Diritti, uguaglianza, ricchezza condivisa e, soprattutto, partecipazione. Ridurre il potere delle banche e delle multinazionali. Fermare gli speculatori. Insomma, un diverso modo di vivere e di rapportarsi agli altri.



giovedì 19 gennaio 2012

L' Agora non si ferma...


L'Agora Roma non si ferma:

Oggi pomeriggio alle ore 18:30,

Pigneto - Isola pedonale

Assemblea tematica sulla crisi economica, in particolare sul caso goldman sachs.

Siete tutti invitati a partecipare e a portare il vostro contributo


mercoledì 18 gennaio 2012

Agiora Roma - Resoconto 17 gennaio e programma 18 gennaio


#Assemblea tematica sul Diritto all'Educazione

Cancellata per mancanza di assistenza

#Assemblea di Coordinamento Internazionale

E' stata spostata a domani alle 12:30 perché in coincidenza con l'assemblea su disobbedienza civile.

#Assemblea su Disobbedenza Civile

Durante questa assemblea si é il concetto dei diversi usi di questo strumento, lasciando chiaro che l'unico limite alle sue applicazioni é rappresentato dall'immaginazione. Si ricorda che dentro al movimento ci sono e ci sono stati già molti esempi di disobbedienza civile come la riappropriazione di spazi pubblici attraverso accampate e manifestazioni non autorizzate, non pagare il biglietto nei mezzi pubblici, etc...
Si sono condivise diverse esperienze personali su quest'esperienza e da questo scambio sono sorti spunti e proposte da prendere in considerazione:

Le azioni di disobbedienza civile devono essere ben organizzate e possibilmente appoggiate da un grande gruppo di persone.

Debe poter contare con l'appoggio di un gruppo che si occupi dei risvolti legali delle diverse azioni.

Proposta dell'Assemblea di Perugia per il mese di Settembre: l'obiettivo é di garantire l'accesso gratuito all'educazione. La strategia si basa in convocare uno sciopero dei professori nel quale si abbandonino le lezioni nelle aule (sciopero) ma che vengano svolte nelle piazze pubbliche (disobbedienza civile). Per questo progetto é fondamentale la preparazione: contare con la fiducia e l'appoggio della comunità educativa (professori, alunni e associazioni del settore) e con l'appoggio di una squadra di avvocati.

La proposta appena esposta é stata ben accolta e sembra una buona idea continuare a lavorare questa proposta dal quartiere perugino dove quest'assemblea sta concentrando il suo lavoro. Si pianifica una forte pressione politica prima che si approvino i tagli a giugno o luglio e si debe creare una rete di affinità e provare in tutti i modi prima di ricorrere all'azione di disobbedienza civile.

Si parla della spiritualità, del rispetto della PachaMama, della Madre Terra, e dell'importanza dell'educazione nell'ambiente familiare, visto che figli e figlie hanno la tendenza di ripetere l'esempio dei genitori.

La Commissione di Strategia dell'Assemblea di Roma propone 3 possibili azioni:

Chiusura in massa di conti bancari o trasferimento di questi fondi a banche sociali e etiche. Secondo vari esperti consultati, già con lo spostamento del 10% dei fondi si potrebbe destabilizzare il sistema finanziario italiano.

Azioni di disobbedienza fiscale e cioé rifiutarsi di pagare imposte e tasse e ridistribuire questo denaro in assemblee locali e/o progetti sociali accompagnando azioni già proposte a livello internazionale sia da Occupy Wall Street e Barcellona. Più informazioni riguardo la situazione a Barcellona su www.derechoalarebelion.net

Uno sciopero generale globale portato avanti a oltranza fino a che le nostre istituzioni ci facciano caso e ascoltino le nostre richieste.

Si propongono azioni di disobbedienza civile che siano dirette verso la distribuzione dei benefici verso il lavoratore e la socuietà civile e non sempre verso i settore privilegiati.

Si parla di “zeitgeist” negli USA, un movimento dove la gente produce diversi beni, sia alimentari che di artigianato, grazie al lavor di volontari e poi ridistribuisce questi beni gratuitamente a la gente che forma parte delmovimento. Più informazioni su youtube.

#Assemblea Generale

Primo punto (smontaggio campo)
Per prima cosa viene riferito che la polizia è passata in mattinata a chiedere quando si sarebbe disaccampato e si è risposto che sarebbero stati necessari alcuni giorni per riorganizzarsi e ripartire, ma si parlava per quanto riguardava la marcia; le decisioni dell'assemblea dell'agorà sarebbero potute essere diverse.

Il dibattito è stato incentrato sullo smontare o no l'accampamento dopo la partenza della marcia. Si sono confrontati i due punti di vista circa la maggiore importanza dell'acampata rispetto all'assemblea e viceversa.

Alla fine, dopo aver chiesto chi fosse realmente intenzionato a mantenere l'accampamento in questo luogo (San Giovanni), si è deciso di smontare, in accordo con la decisione di domani mattina della marcia.

Il secondo punto all'ordine del giorno riguarda il fondo cassa, di 23,60 euro che dopo una breve discussione viene trasferito, per decisione unanime, alla marcia. A custodire la cassa sarà Daniele.

Successivamente, viene comunicato che domani, alle ore 13 e 30, è prevista una riunione per un'azione contro Goldman Sachs. I dettagli verranno spiegati direttamente sul posto.

Il punto successivo riguarda un bilancio di questa settimana di Agorà. La discussione viene aperta da un bilancio negativo, dovuto alle grandi aspettative, a causa del gran numero di persone, provenienti da realtà diverse, disattese dalla scarsa partecipazione e dalla scarsa riflessione politica. In risposta a questo interventi, molti hanno sottolineato invece il carattere fondamentalmente positivo di questo incontro internazionale, in confronto alle altre occasioni, come Bruxelles e Parigi. Si è sottolineata anche la capacità di ottenere grandi risultati nonostante le poche risorse, il carattere fisiologico e normale della sensazione di stanchezza. Si è altresì comunemente notata la mancanza di un momento reale di scambio internazionale. Si è ricordato il ruolo fondamentale della marcia, e si è osservato come l'agorà sia un momento di inizio, non di arrivo. Per questo circa 5 attivisti si tratterranno a Roma per ulteriori giorni, per aiutare lo sviluppo del movimento in loco, sempre più orientato a mantenere il nome "Agora Roma".

Si prende nota del fatto che un esponente del movimento dei tassisti è intervenuto in assemblea per invitare l'Agora a prendere parte alla loro manifestazione nazionale di domani, ore 10, al Circo Massimo.

L'ultimo punto all'ordine del giorno è stata la conferenza stampa, convocata per domani alle ore 15; in merito a ciò i curatori della radio Global Change hanno invitato quanti fossero interessati a un dibattito sull'Agora e a un gruppo di lavoro, domani, durante la commissione comunicazione, per organizzare la conferenza stampa.



#Programma Agora Roma 18 gennaio

- ore 10 e 30: gruppo di lavoro per organizzare la campagna sul debito
- ore 10 e 30: assemblea interna della marcia
- ore 12 e 30: riunione gruppo comunicazione
- ore 13 e 30: azione contro Goldman Sachs
- ore 15: conferenza stampa





martedì 17 gennaio 2012

Lettera di Enric Duràn rivolta a tutti noi


Lettera di Enric Duràn rivolta a tutti noi

La diserzione bancaria e il diritto a ribellarsi. Un invito alla disobbedienza civile di massa

Mercoledì 23 novembre siamo stati informati dalla stampa (http://www.kaosenlared.net/noticia/fiscal-pide-8-anos-carcel-para-enric-duran) che la Procura aveva richiesto 8 anni di carcere per un'azione di diserzione bancaria fatta da me il 17 settembre 2008 attraverso la pubblicazione Crisi (Rif: http://www.podem.cat/butlleti17s09/he-robat-492000-euros-als-que-m-s-ens-roben-denunciar-los-i-construir-alternatives-de- )

E' importante chiarire che questa è la sola notizia che è trapelata sul processo penale contro di me. Ho avuto conferma che la fase orale di giudizio non è iniziata e che ancora non c'è una data prevista. La notizia raccolta il 23 ha seguito un'altra notizia sul giudizio civile con BBVA dove mi ero presentato il venerdì precedente 18 novembre (comunicato su questo punto: http://www.enricduran.cat/node/6571), che non aveva nulla a che vedere col processo penale. Nonostante alcune persone avessero capito che era questo processo penale che era iniziato, ci tengo a chiarire che non è così e tranquillizzare tutti in questo senso.

Il motivo principale di questo comunicato è quello di spiegare a voi tutti amici e amiche, compagni e compagne, tutti e tutte quelli che si sono preoccupati per le notizie sul processo giudiziale contro di me, qual'è il mio punto di vista sulla strategia che segue perchè lo possiate tenere presente a partire da ora.

Per iniziare voglio ricordare che nella mia dichiarazione del 17 settembre 2008 dicevo già “non penso che il sistema di giustizia sia legittimato a giudicarmi”. Da allora sono successe moltissime cose che mi hanno portato a riconfermare in modo assoluto questa posizione:

- La mancanza di risposta giudiziale alla sparizione speculativa di miliardi di euro dal mondo della finanza, che ha avuto conseguenze gravissime per la popolazione.

- La riforma della costituzione spagnola, a settembre 2011, orientata a dare beneficio alle banche ponendo come “priorità assoluta” il pagamento del debito pubblico, senza aver neppure consultato la popolazione.

- I gravissimi tagli alla salute in Catalogna che hanno causato la morte già di alcuni cittadini e hanno ridotto il valore della vita delle persone in generale.

- Il recente indulto al banchiere di Banca Santander, Alfredo Sàenz, che ha coinciso col favorire con l'appoggio di questa banca il PSOE e i suoi dirigenti (Rif: http://www.kaosenlared.net/noticia/santander-refinancio-deuda-psoe-dio-hipoteca-zapatero-durante-mandato)

“Quando il governo non rispetta i diritti del popolo, l'insurrezione è il più sacro dei diritti e il più necessario dei doveri”.

Penso che chi non merita la mia delega di sovranità, non ha nemmeno la legittimità per accusarmi o giudicarmi, nel tentativo di evitare il conflitto esistente tra le classi dominanti e le classi popolari.

Una Procura dello Stato che si piega mentre banchieri e politici cospirano contro il popolo non ha nessuna legittimità per accusarmi di nulla, né per imporre alcuna pena per un'azione politica come quella che ho fatto.

Le leggi su cui sono basate le accuse contro di me, fino a che vengono utilizzate a beneficio dei potenti e contro le classi meno potenti non hanno alcuna validità. In concreto la mia azione contro le banche è stato un atto di recupero e giustizia sociale, volto a riequilibrare, anche se in modo molto limitato, una parte delle ingiustizie che commette chi ostenta il potere.

A tutti gli amici e amiche che si preoccupano che io possa finire in carcere, a quei compagni che pensano che possa soffrire pensando a questa possibilità, voglio che sappiate che non è così, che sono come sempre positivo e ottimista rispetto a quello che potrà succedere e soprattutto a quello che siamo capaci di fare.

Nella pubblicazione “Crisi” già ho scritto: “Se lo Stato non è capace di uscire dalla pressione data dai poteri di fatto, che lo dimostri a tutti e tutte tenendomi in una prigione.”

Il carcere è verosimile per me, è certo, lo era fin da quando ho deciso di iniziare la diserzione bancaria, così come quando feci l'azione pubblica e come quando, nell'arco di due mesi veramente, tornai all'attivismo pubblico il 16 marzo 2009.

So che se finissi in carcere, si chiuderebbero alcune porte ma se ne aprirebbero anche delle altre. Il potere fa molta difficoltà a portarci in galera a causa di azioni politiche di disobbedienza civile, perchè sa che possono causare loro una perdita molto forte di legittimità e ritorcerglisi contro.

Diversi momenti storici ci hanno dimostrato che la reclusione di attivisti sociali può essere l'inizio del successo degli obiettivi per cui essi lottano.

Senza andare troppo lontani, vale la pena rammentare il ruolo che ebbe la reclusione di disertori del servizio militare nell'eliminazione dell'obbligo al servizio militare stesso.

Nel febbraio 1989 57 giovani si dichiararono disertori del Servizio Militare dell'Obbligo. Da allora e fino al 2001, data in cui venne abolito, 1670 disobbedienti finirono in prigione (Rif: http://www.cgtcatalunya.cat/spip.php?article3529)

Ci sono persone che si chiedono come possono appoggiarmi. Più che rispondere loro preferisco cambiare la domanda.

“Se vieni ad aiutarmi stai perdendo tempo. Ma se vieni perchè senti che la tua liberazione è legata con la mia... allora lavoriamo insieme”.

Allora che ti pare questa domanda: Come possiamo lavorare insieme?

Penso che il tuo tempo sia troppo di valore perchè tu lo perda diffondendo testi, raccogliendo firme o partecipando a manifestazioni per la mia assoluzione. Questo tipo di azioni corrono il rischio di farci pensare che la risposta ce l'abbiano i politici mentre sappiamo che non è così: la risposta l'abbiamo noi.

No ho intenzione di spingere alcuna campagna di appoggio per impedire che mi mandino in galera, quello che desidero è che siamo sempre di più a passare all'azione. Io stesso se potessi lo rifarei. Proprio come in passato ho fatto quell'azione di diserzione bancaria, in futuro continuerò a fare tutto quello che potrò, per quanto questo mi possa mettere a rischio di reclusione.

C'è bisogno di 1,2,3, 1000 persone che disertino. Solo estendendo la disobbedienza abbiamo possibilità reali di cambiare il mondo.

Per questo con alcune compagne abbiamo dato inizio all'iniziativa “Esercitiamo il diritto di ribellione” il settembre passato. Già da quel momento dichiarammo la mancanza di legittimità delle istituzioni che gestiscono lo Stato, nell'ambito del colpo di stato finanziario, e cioè dell'attuale Costituzione.

Tramite il manifesto che diede origine a questa iniziativa faciliteremo il contatto tra persone che vogliano impegnarsi nella diserzione nei confronti dello Stato e nella disobbedienza verso tutte quelle leggi e politiche che consideriamo ingiuste.

È nel quadro di questa iniziativa di Diritto alla ribellione che voglio collocare la risposta politica a un ipotetico giudizio per diserzione bancaria. Per questo, invece che aderire ad un manifesto per la mia assoluzione ti invito a conoscere il nostro manifesto http://www.derechoderebelion.net e se potrai impegnarti personalmente nella disobbedienza civile, potresti unirti alle 540 persone che hanno attualmente aderito.

Quella del Diritto alla ribellione non è solo una proposta di disobbedienza civile coordinata, ma anche una strategia di azione che vuole approfondire una visione del mondo che si impegna per l'autogestione e la costruzione di alternative al capitalismo. Per questo invitiamo anche nel manifesto alla resistenza fiscale totale nei confronti dello Stato, per riconvertire le tasse all'utilizzo autogestito nelle assemblee popolari locali, che sono sorte in molti posti a partire dal 15-M e in alcuni casi sono legate ad oggi ad una cooperativa integrale.

Le assemblee locali, che cercano di esser sempre più popolari, e le cooperative integrali che stanno sorgendo giorno dopo giorno, sono alcuni esempi di alternative d'autogestione rispetto al sistema attuale, e sono esempi molto più meritevoli della delega di sovranità popolare che viene da persone che come me partecipiamo quotidianamente alla vita politica a partire dai movimenti assembleari, piuttosto che le istituzioni dello Stato spagnolo o del Generalato di Catalogna.

Se volete organizzarvi in una collettività, partecipare alle assemblee locali, creare un gruppo di lavoro locale di diritto alla ribellione, o mettervi insieme ad altri della vostra zona per partecipare ad una cooperativa integrale, queste possono essere tra le migliori forme di partecipazione.

So che parlare di estendere la disobbedienza, di rischio di detenzione e di prigione ci riempie di timori e insicurezze; ma so anche per esperienza che vivere la libertà intesa come coerenza tra pensiero e azione genera un sentimento di benessere che 1000 barriere non possono bloccare.

Anche ora non è la miseria, né il carcere, né la polizia che ci deve far paura, chi ci deve intimorire è i nostro stesso timore, perché è l'unico che realmente ci separa dall'empowerment che ci serve per recuperare il controllo delle nostre vite e delle nostre società.

Per cui, compagno, ti chiedo di superare le tue paure, di smettere di adorare gli altri, ma mettere forza in noi stessi. Tu a modo tuo puoi fare di più, e ogni volta attorno a te avrai sempre più persone che potranno accompagnarti in questo percorso.

E compagna, se stai disobbedendo, non nasconderti, riconosci pubblicamente il tuo impegno ribelle e condividi con chi hai attorno la tua esperienza di dignità. Così faremo sì che il coraggio si socializzi e nessuna persona ribelle si debba sentire sola.

Martin Luther King disse più di 40 anni fa “Finiremo per pentirci in questa generazione, non tanto per le brutte azioni della gente cattiva, ma per l'incredibile silenzio della gente buona”. Non possiamo lasciare che la stessa storia si ripeta anche con la nostra generazione.

Un gruppo di criminali del mondo della finanza ha fatto man bassa del poco che rimaneva di democratico negli Stati e sta portando a termine un piano premeditato per privarci dei nostri diritti sociali, solo per aumentare i suoi vantaggi. Questo si aggiunge alla gravissima crisi ecologica, energetica, alimentare, sociale e dei valori che sta accompagnando il declino del sistema capitalista.

Abbiamo la fortuna di essere la generazione più informata della storia. Abbiamo imparato che siamo milioni le persone disposte ad agire. Ora non ci sono scuse.

Non basta essere indignati, solo un impegno che si accompagni ad un'azione di disobbedienza rispetto al potere politico-finanziario potrà portarci verso i nostri obiettivi. Non c'è sicurezza di breve termine che possa giustificare il fatto che lasciamo questa sfida sociale per il futuro.

Con l'appoggio gli uni verso gli altri ci aiuteremo nelle difficoltà; partendo dall'autogestione possiamo risolvere i problemi di chi ci sta vicino molto meglio di come lo sta facendo lo Stato.

Scendere in strada e riunirci non è sufficiente, abbiamo bisogno che smetti di obbedire, che smetti di comandare, che smetti di pagare l'ipoteca, che smetti di pagare le tasse allo Stato e le paghi invece al popolo, che smetti di acquistare dalle multinazionali, che smetti di accettare discriminazioni di qualsiasi tipo. Qualunque siano le tue catene, infrangile.

Il momento è ora! Uniti possiamo farcela!

Fonte: http://loquepodemoshacer.wordpress.com

lunedì 16 gennaio 2012

Agora Internazionale di Roma - Programma 17 gennaio



h. 10 - Gruppo di lavoro Comunicazione
- Gruppo di lavoro Azione
h. 11 - Assemblea su Istruzione ed Educazione - Università La Sapienza
h. 14 - Assemblea sugli Sviluppi del movimento
h. 15 - Assemblea sulla Disobbedienza civile
h. 16 - Gruppo di lavoro Internazionale
h. 18 - Assemblea Generale




AGORA INTERNAZIONALE DI ROMA PROGRAMMA DEL 16 GENNAIO


AGORA INTERNAZIONALE DI ROMA
PROGRAMMA DEL 16 GENNAIO

ore 10: riunione gruppi di lavoro azione, diffusione, arte
ore 14: riunione gruppo comunicazione
ore 15 e 30: assemblea tematica su disabilita' e crisi economica
ore 16 e 30: riunione gruppo internazionale
ore 18: assemblea generale

domenica 15 gennaio 2012

‎#carnevaleindignato #agoraroma #occupyvatican - Lunedi 16/01 ore 15:30 a San Giovanni - Assemblea sulla disabilità e la crisi economica

Assemblea Tematica: Disabilità e crisi economica

Agora Roma "Piazza San Giovanni" 16 - 01

h.15,30 - 17,00

COMMISSIONE “PERSONE SPECIALI”

-DOCUMENTO D’INTENTI-

1. INTRODUZIONE E PRINCIPI
Il potenziale umano si esprime ad altissimi livelli attraverso le “personalità speciali”, catalizzatori energetici che, con le proprie gestalt biopsicosociali, esprimono una forza vitale, ammirevole e magnetica. Le persone speciali sono l'espressione massima della pulsione creativa definibile come intelligenza o tendenza alla vita. E’ da intendersi come espressione massima della grandiosità umana, la capacità di compensare un deficit, talvolta il sopravvivere all'aggressione di una patologia altamente invalidante. Trasformando tutto ciò in elementi strutturanti di personalità eccentriche ed eclettiche.

Promuovere uno sviluppo che prescinde dagli standard della normalità, ridefinire gli equilibri familiari intorno a una disabilità, rivendicare la possibilità di creare nuovi equilibri nel marasma della società, sono strategie d'Amore che qualificano la vita donandogli dignità.

La commissione di lavoro “Persone Speciali”, nasce dalle giornate del 10/11 settembre 2011 di piazza San. Giovanni, dove, per protestare contro lo stato di fatto della politica italiana ed internazionale, si sono date appuntamento moltissime persone, “disabili” e non, “speciali” e non, che si sono unite nel sentimento di indignazione internazionale apartitico e nonviolento.

Partendo dalla “disabilità” questa Commissione di lavoro rivolge il proprio interesse a tutte quelle persone che vivendo una vita “speciale”, o vivendo in modo particolare, hanno “speciali necessità” che se non soddisfatte comportano un disagio sociale e politico. Ci sono due forme di risposta individuale e sociale: la prima è quella di dimenticare, mentre la seconda è quella di valorizzare la particolare esperienza di vita. Col comportamento dell’indifferenza, dettato forse da ignoranza o diffidenza, risposta di primo acchito più semplice, non facciamo altro che incrementare le difficoltà. Col secondo comportamento invece appianiamo il disagio in favore di giustizia civile, uguaglianza e libertà sociale.


‎#carnevaleindignato #agoraroma #occupyvatican #occupypresepe - diretta streaming del corteo - ore 16 assemblea a Piazza del Popolo

Oggi il programma dell’Agora Internazionale di Roma continua con una manifestazione pacífica, chiamata ¨Carnevale del Sistema”, che partirà da Piazza San Giovanni a Mezzogiorno e terminerà a Piazza del Popolo intorno alle 16. Alla fine della manifestazione si terrá un’assemblea tematica sul lavoro e lo sciopero generale.



Se hai dei problemi clicca qui:





Resoconto quarto giorno e Carnevale del Sistema- Agora Roma - !4/1/201





[ITA]

agoraroma Audit sul debito

Alle 10 della mattina ha avuto inizio il dibattito sul debito in cui sono intervenuti alcuni esperti tra
cui professori, giornalisti e membri dei gruppi Riforma della Banca Mondiale, Rivolta il Debito, Banca Etica, European Common Good e il gruppo sull’ audi per il debito di Barcellona. A conclusione dell’evento, si è deciso di iniziare un gruppo per l’audit sul debito in Italia per analizzare le cause e i processi del debito.
Gli esperti hanno spiegato che ciascun paese ha le sue particolarità, ci sono elementi transversali comuni come il fatto che il debito privato (banche, società finanzierie e imprese) è di gran lunga superiore a quello pubblico. Per esempio, nel caso della Spagna, Il debito pubblico rappresenta solo il 16% del PIL, quello delle famiglie il 21%. Il restante 63%, appartiene a banche, società finanziarie e imprese, che sono i principali responsabili dell’indebitamento nei nostri Paesi.
La giornata è stata molto partecipata e ricca di interventi. Uno degli argomenti maggiormente trattati e su cui ci si è posrti più interrogativi è stato quello della disobbedienza fiscale.
#ocuppyvatican
Alle ore 14. mentre Mario Monti, attuale Primo Ministro italiano veniva ricevuto in udienza dal Papa, un gruppo di Indignados si è radunato in Vaticano per realizzare un’azione simbolica che consisteva nel collocare tre tende da campeggio e tenere un’assemblea popolare in piazza San Pietro. Non appena giunti nella piazza sono state aperte le tende e il gruppo si sono disposti attorno ad esse.
Una persona ha scavalcato le transenne poste intorno al centro della piazza e si è arrampicato di sua iniziativa sull’albero di Natale per convocare l’assemblea. Le altre persone della assemblea si sono avvicinate per aiutarlo a scendere, ma la polizia presente glielo ha impedito. Due accampati hanno scavalcato le staccionate e la polizia si è scagliata su di loro, li ha scaraventati al suolo e, dopo averli ammanettati, li ha rinchiusi nel presepe que ancora è allestito in piazza San Pietro.
Gli Indignados provenienti da diversi Paesi hanno iniziato una assemblea davanti al cancello d’ingresso della zona recintata, per evitare che i 3 fermati fossero portati via e per dibattere sul da farsi.
La stampa ha tentato di avvicinarsi per dar conto di quanto stava succedendo, ma la polizía lo ha impedito, con la scusa che non avevano un permesso speciale. Ciononostante, anche ai giornalisti accreditati come stampa al Vaticano di lì a poco è stato intimato di allontanarsi, argomentando che il loro permesso era valido solo per gli eventi organizzati dal Vaticano, e non per una protesta.
Alcuni giornalisti sono stati costretti ad intervistare gli attivisti fuori del recinto, visto che alcuni di essi venivano fotografati in volto dalla polizia.
Sono trascorse 2 ore di negoziazione tesa durante la quale la polizia ne ha approfittato per requisire una delle videocamare che documentavano la protesta e cancellare le registrazioni. In seguito la polizia ha impugnato una delle transenne del presepe e l’ha usata per allontanare con la forza i manifestanti che si erano dispostii di fronte al cancello per evitare che i tre compagni fermati fossero portati via.
Hanno iniziato a caricare indiscriminatamente per portare via il gruppo rinchiuso nella capanna, si sono fatti strada violentemente a colpi di pugni, calci e spintoni fino ad avere un po’ più di spazio per colpire con i manganelli. Hanno continuato ad allontanare gli Indignados dal centro della piazza. I manifestanti si sono seduti per terra facendo resistenza nonviolenta, mentre coloro che venivano separati dal gruppo principale venivano trascinati di nuovo in un cerchio disposto dalla polizia.
La polizia ha costretto violentemente il gruppo in questo cerchio, finché, dopo la terza carica si sono decisi a portarli via con la forza dal Vaticano, abriendo le cancellate che delimitano la piazza. Una volta fuori, sono stati divisi in diversi gruppi a cui hanno cominciato a richiedere i documenti. Hanno messo a verbale coloro che non disponevano del documento. Dopo un’ora li hanno rilasciati. Alcune ore più tardi, nel corso della notte, hanno rilasciato i 3 fermati, mentre un ferito lieve (riporta una frattura al naso) è stato trasportato in ambulanza in ospedale, e successivamente ha fatto ritorno all’accampamento.
‘Manifestazione nazionale antifascista per l’apoggio ai rifugiati’
La manifestazion in appoggio ai rifugiati ha percorso le strade di Roma, concludendosi con un’assemblea nella parte di piazza antistante l’accampamento. Poniamo l’accento sul fatto che l’organizzazione della manifestazione è riuscita a portare in piazza circa 5000 migranti provenienti da tutta l’Italia.
‘Carnevale del sistema’
Domani il programa dell’Agora Internazionale di Roma continua con una manifestazione pacífica, chiamata ¨Carnevale del Sistema”, che partirá da Piazza San Giovanni a Mezzogiorno e terminerá a Piazza del Popolo intorno alle 16. Alla fine della manifestazione si terrá un’assemblea tematica sul lavoro e lo sciopero generale.
Per maggiori informazioni: