lunedì 30 gennaio 2012
Verbale assemblea Democrazia Reale Ora – Roma, 29 Gennaio 2012, Piazza San Giovanni
venerdì 27 gennaio 2012
Comunicato Solidarietà Per Attivisti No Tav
Apprendiamo con molta preoccupazione dell'arresto, stamane all'alba, su mandato della questura di Torino, di 25 attivisti No Tav, e dell'imposizione dell'obbligo di dimora per altri 15. Gli ordini di custodia sono stati notificati in diverse regioni d'Italia, ma solo due di essi hanno riguardato abitanti della Valle.Desideriamo esprimere tutta la nostra stima e solidarietà nei confronti di un movimento che ha saputo, in vent'anni di lotta nonviolenta e determinata, riunire attorno a sé realtà tra le più disparate, ma soprattutto il consenso della gente. Perché, così come nelle campagne referendarie per l'acqua pubblica e contro il nucleare, nelle manifestazioni di giugno e luglio in val di Susa si è riconosciuta la necessità delle persone di riappropriarsi di quello che è il nostro
patrimonio collettivo, il territorio, l'ambiente, il bene comune.Nonostante la nostra pratica sia sempre stata schiettamente nonviolenta, ravvisiamo e denunciamo il tentativo maldestro e politicamente scellerato, del procuratore Caselli, di distinguere fra "attivisti pacifici" e "militanti violenti e criminali". Siamo ben consci che questo modo di operare, oltre che improntato a una gestione politicizzata dell'ordine pubblico, è inutile, in quanto il movimento ha sempre saputo esprimere chiaramente, e in maniera unitaria, il significato delle proprie azioni, e non sarà quest'operazione, che osiamo definire "puramente mediatica", a scalfirne la compattezza e allontanarlo dal suo obiettivo, chiaro e limpido, di impedire che la linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione sia realizzata.Da parte nostra, desideriamo esprimere in maniera concreta, in tutte le forme che riterremo opportune, il nostro appoggio fattivo.A SARA' DURA SENZA PAURA!!Assemblea di Roma degli Indignati / Italian Revolution - Democrazia Reale Ora
Notizie dalla Romania (dal blog: http://acampadabcninternacional.wordpress.com)
Romania: si annunciano manifestazioni di massa per la settimana prossima
Ci sono eventi che apparentemente sembrano marginali ma che diventano catalizzatori per richieste e volontà di cambiamento, azioni che trascendono anche gli obiettivi di chi le ha poste in essere. Accadde nel 1955, quando Rosa Parks si rifiutò di cedere il suo posto nella parte anteriore del bus che viaggiava in Alabama, si è ripetuto di recente in Tunisia, nel dicembre 2010, quando il giovane venditore e studente Mohamed Bouazizi, stanco delle ingiustizie da parte della polizia e senza alcuna prospettiva per il futuro, si dette fuoco.
Sta per accadere di nuovo in Romania. La goccia che ha fatto traboccare il vaso e la pazienza di un popolo storicamente abituato a soffrire e a rassegnarsi c’è stata l’11 gennaio quando il presidente Basescu ha parlato sul canale televisivo Realitatea e ha chiesto con superbia e petulanza le dimissioni immediate del segretario di stato per la salute Raed Arafat, uno dei personaggi più validi del paese. Il motivo era l’opposizione di Arafat alla proposta del partito al governo, il partito conservatore Pdl, di riformare il sistema sanitario senza un previo dibattito.
Il movimento di proteste, che in un primo momento aveva come obiettivo quello di mostrare solidarietà ad Arafat e il respingimento del controverso progetto di legge, ha preso un’altra piega diversa, diventando un’ondata di proteste, di un’intensità sconosciuta con un livello di partecipazione dei cittadini che non si conosceva dal 1989 e che si è diffusa in 43 città.
A nulla è servitor che Basescu, sorpreso e angosciato dalla inaspettata risposta, abbia chiesto che il progetto di riforma del sistema sanitario fosse ritirato e che Arafat tornasse al suo ruolo nel ministero. Quando la miccia del malcontento scatta è complicato spegnerla.
L’assenza di leader, sindacati e della coalizione di opposizione Usl (Unione dei socialdemocratici e dei liberali), che sono rimasti in attesa in un primo momento, e l’assoluta eterogeneità dei suoi componenti ha fatto sorgere dei dubbi sulla continuità temporale delle proteste.
L'eterogeneità che converge nella stessa causa dei funzionari o dei pensionati a cui il governo ha tagliato rispettivamente il 25% e 15% dei loro stipendi e benefici. Nostalgici del comunismo come Ovidiu Gheorghe, l'uomo di 80 anni, si rammarica amaramente del fatto che con la sua pensione di 180 euro "non posso pagare per farmaci di cui ho bisogno né vivere con un minimo di dignità", cittadini che non appartengono al alcun partito politico mostrano il loro rifiuto a tutta classe politica corrotta (la Corte dei conti ha appena pubblicato che nel 2010 sono stati spesi "in modo irregolare” 9000 milioni di euro), rivoluzionari del 1989 ai quali il governo ha sospeso gli assegni mensili dal 1 gennaio, i diversi partiti politici extraparlamentari, dal Partito dei Verdi fino al gruppo di estrema destra Noua Dreapta, attraverso figure più o meno bizzarri che vogliono utilizzare la protesta come una piattaforma marginale – come gli ultras delle squadre di calcio il cui unico scopo è quello di provocare scontri con la polizia, gli ambientalisti che si oppongono alle miniere d'oro a Rosia Montana (progetto minerario potrebbe causare danni irreparabili al patrimonio e l'ecologia del paese), femministe come Mihai Tudorina dell’associazione femminista Filia, che chiede maggiore visibilità sociale e politica con le donne rumene, o i membri di partiti di opposizione e sindacati che non vogliono escludersi da proteste da cui potrebbero beneficiare indirettamente.
Basescu e il primo ministro Boc hanno affrontato le manifestazioni del week-end con un occhio a una settimana che si prevede fatale per i loro interessi.
Da un lato, il ministro dell’Interno Traian Igas è sotto pressione affinché si dimetta o spieghi la brutalità della polizia a Bucarest (http://youtu.be/0BlqUWqMH2w) rispetto ai numerosi abusi commessi e diffusi su canali di socializzazione, se sono stati fascicoli su quattro casi di polizia antisommossa.
Da Strasburgo, i socialdemocratici (PSE) e liberali (ALDE), in Europa hanno rilasciato una dichiarazione di condanna: "Esprimiamo la nostra preoccupazione per il comportamento sempre più antidemocratico del regime di Bucarest, dove il presidente ha esercitato i suoi poteri al limite della Costituzione ". Hanno anche ricordato che se aggiustamenti sono necessari in questo momento, specialmente se si desidera ricevere l'operazione successiva di prestito fino a 20.000 milioni di euro negoziati col Fmi nel 2009, non è comprensibile perché allo stesso tempo la Romania abbia da sola assorbito il 3% dei fondi europei a causa della sua generalizzata incapacità amministrativa e della corruzione generalizzata.
L’opposizione Usl ha sollecitato lunedì 23 gennaio la convocazione di una sessione straordinaria del parlamento durante la quale esigerà che al primo ministro Boc spiegazioni per gli abusi della polizia, la sospensione del presidente Basescu e la convocazione immediata di elezioni anticipate. Tuttavia, le possibilità di successo in relazione a queste due ultime proposte sono scarse, perché manca l’opposizione della maggioranza necessaria.
Per finire la particolare via crucis del governo, la settimana prossima sono state convocate tre diverse manifestazioni: rivoluzionari del 1989, ecologisti contrari al progetto Rosia Montanae del sindacato dei militari in pensione.
Per tre giorni in diverse città europee come Londra, Lisbona, Vienna, Roma e Parigi si sono riuniti decine di romeni che chiedono le dimissioni del presidente Basescu. In Spagna, stanno programmando per questo fine settimana una manifestazione di fronte all’Ambasciata di Madrid e ai consolati di Barcellona, Castellon e Saragozza.
Secondo l’analista politico Andrei Taranu “se le manifestazioni della prossima settimana avranno un esito positivo, Basescu sarà obbligato a fare gesti di conciliazione come una massiccia ristrutturazione dell’attuale governo o convocare elezioni anticipate”.
Le prospettive sono negative per un presidente che supera di poco il 15 % di gradimento secondo gli ultimi sondaggi e in un anno in cui potrebbero svolgersi le elezioni legislative e che può essere un terremoto politico in Romania.
giovedì 26 gennaio 2012
Non ci sono ex Indignati. Comunicato stampa in risposta al servizio del Tg5 sull'Accampata delle Terme di Caracalla a Roma del 23 Gennaio 2012.
lunedì 23 gennaio 2012
Verbale assemblea Democrazia Reale Ora – Roma, 22 Gennaio 2012, Piazza San Giovanni
Moderatrice: Rosario
Interventi: Chiara F.
Verbalizzatrice: Eleonora
Presenti: All’inizio 15 persone, più avanti fino a 40.
O.D.G.
- Turno di parola a giro per analisi interna del Movimento
- Movimento dei forconi
- Raccolta di solidarietà per la Grecia
- Punto Commissione Lavoro
sabato 21 gennaio 2012
"Indignati: in 'marcia' da Roma a Napoli su una sedia a rotelle Roma" 20 gen. (Adnkronos)
Roma, 20 gen. (Adnkronos)
Si chiama Francesco, ha 33 anni, e' diplomato Ragioniere programmatore ma e' senza lavoro. Domani o sabato partira' da Roma per raggiungere Napoli con gli ''Indignati'' che ieri hanno lasciato Piazza san Giovanni e si sono momentaneamente stabiliti nell'ex manicomio provinciale di Santa Maria della Pieta' a Roma. Lui ha pero' una 'particolarita'' e' su una sedia a rotelle. Fa parte della Commissione Persone Speciali degli Indignati della Capitale nata con lo scopo di ''contribuire alla creazione di una società che sappia modellarsi rispetto alle reali esigenze umane, che sappia facilitare la libera espressione di chiunque, che promuova l' integrazione, ma soprattutto l'inclusione delle risorse in primo luogo umane, attraverso la relazione interpersonale e la diffusione di idee. Ed e' deciso: partira' alla volta di Napoli per portare la sua esperienza e rivendicare i diritti delle persone con 'discapacita'. ''Per i disabili - spiega Francesco all'Adnkronos - c'e' tanto da rivendicare, dal lavoro alla mobilita', dalla vita sociale al tempo libero al diritto all'autonomia, passando per l'istruzione. In Italia non va niente. Le leggi ci sono, e sono anche all'avanguardia ma e' difficile che vengano rispettate. Come si dice? ‘'Fatta la legge trovato l'inganno''.
Mentre Francesco, che si e' unito agli Indignati nell'?accampata' a Caracalla spiega le sue ragioni, nel padiglione dell'ex Lavanderia il gruppo che si e' trasferito da piazza San Giovanni e' in assemblea per decidere se partire domani o sabato e quale sara' il percorso. Dentro l'ex lavanderia una cinquantina di persone, di diverse nazionalita': francesci, norvegesi, algerini, olandesi, una ragazza australiana e, ovviamente, italiani.
Gli 'indignati' non si distinguono per il colore della pelle e neanche per la loro appartenenza sociale, religiosa o tantomeno anagrafica: sono giovani ma anche anziani, disoccupati, hippy, operai, impiegati e artisti, accomunati dal desiderio di mostrare tutta la loro indignazione contro le inefficienze del sistema capitalistico e finanziario. Non sono dotati di un leader, le decisione vengono prese da una sorta di ''assemblea comune'', e le loro decisioni le comunicano attraverso i social network, come Facebook e Twitter.''Fino ad ora – spiega quindi Daniele, uno degli Indignati romani che fa parte del gruppo di 'Marciatori' Nizza-Atene e della Commissione Comunicazione e che all'interno dell'assemblea assolve anche funzioni di traduttore - abbiamo fatto tappe da 22 a 28 chilometri al giorno ma vorremo abbassare la media e fare piu' tappe con soste di almeno due giorni nelle citta' per sensibilizzare e coinvolgere dal 'basso' la popolazione''. ''Dovremmo partire domani o, al piu' tardi sabato e la prima tappa sara' ai Castelli, poi - aggiunge - decidendo la sosta di volta in volta arriveremo fino a Napoli''. Non ci sono date prestabilite, ''arriveremo!'', l'unica data certa e' il 15 aprile quando arriveranno ad Atene.
C'e' chi dice che Francesco e' l'unico disabile ad aver deciso di partecipare alla 'Marcia' e chi dice, invece, che in altre realta', come in Spagna sono diversi i disabili che partecipano>.
Lui si schermisce: ''non mi interessa, non marcio per quello ma per rivendicare i diritti delle persone con disabilita'. E' un'esperienza''. Non si pone nemmeno obiettivi ambiziosi: ''Ad Atene? Non so se ci arrivero'. Intanto arrivo a Napoli poi si vedra'''.
Francesco non sara' accompagnato da messun membro della sua famiglia, che comunque non ostacola e anzi sostiene la sua decisione, ne' da un amico speciale', e' il gruppo che in caso di necessita' gli dara' una mano.
''La marcia e le 'accampate' - conclude Daniele - sono un mezzo per diffondere un messaggio, per risvegliare le coscienze e rianimare la partecipazione''. Diritti, uguaglianza, ricchezza condivisa e, soprattutto, partecipazione. Ridurre il potere delle banche e delle multinazionali. Fermare gli speculatori. Insomma, un diverso modo di vivere e di rapportarsi agli altri.
giovedì 19 gennaio 2012
L' Agora non si ferma...
mercoledì 18 gennaio 2012
Agiora Roma - Resoconto 17 gennaio e programma 18 gennaio
martedì 17 gennaio 2012
Lettera di Enric Duràn rivolta a tutti noi
Lettera di Enric Duràn rivolta a tutti noi
La diserzione bancaria e il diritto a ribellarsi. Un invito alla disobbedienza civile di massa
Mercoledì 23 novembre siamo stati informati dalla stampa (http://www.kaosenlared.net/noticia/fiscal-pide-8-anos-carcel-para-enric-duran) che la Procura aveva richiesto 8 anni di carcere per un'azione di diserzione bancaria fatta da me il 17 settembre 2008 attraverso la pubblicazione Crisi (Rif: http://www.podem.cat/butlleti17s09/he-robat-492000-euros-als-que-m-s-ens-roben-denunciar-los-i-construir-alternatives-de- )
E' importante chiarire che questa è la sola notizia che è trapelata sul processo penale contro di me. Ho avuto conferma che la fase orale di giudizio non è iniziata e che ancora non c'è una data prevista. La notizia raccolta il 23 ha seguito un'altra notizia sul giudizio civile con BBVA dove mi ero presentato il venerdì precedente 18 novembre (comunicato su questo punto: http://www.enricduran.cat/node/6571), che non aveva nulla a che vedere col processo penale. Nonostante alcune persone avessero capito che era questo processo penale che era iniziato, ci tengo a chiarire che non è così e tranquillizzare tutti in questo senso.
Il motivo principale di questo comunicato è quello di spiegare a voi tutti amici e amiche, compagni e compagne, tutti e tutte quelli che si sono preoccupati per le notizie sul processo giudiziale contro di me, qual'è il mio punto di vista sulla strategia che segue perchè lo possiate tenere presente a partire da ora.
Per iniziare voglio ricordare che nella mia dichiarazione del 17 settembre 2008 dicevo già “non penso che il sistema di giustizia sia legittimato a giudicarmi”. Da allora sono successe moltissime cose che mi hanno portato a riconfermare in modo assoluto questa posizione:
- La mancanza di risposta giudiziale alla sparizione speculativa di miliardi di euro dal mondo della finanza, che ha avuto conseguenze gravissime per la popolazione.
- La riforma della costituzione spagnola, a settembre 2011, orientata a dare beneficio alle banche ponendo come “priorità assoluta” il pagamento del debito pubblico, senza aver neppure consultato la popolazione.
- I gravissimi tagli alla salute in Catalogna che hanno causato la morte già di alcuni cittadini e hanno ridotto il valore della vita delle persone in generale.
- Il recente indulto al banchiere di Banca Santander, Alfredo Sàenz, che ha coinciso col favorire con l'appoggio di questa banca il PSOE e i suoi dirigenti (Rif: http://www.kaosenlared.net/noticia/santander-refinancio-deuda-psoe-dio-hipoteca-zapatero-durante-mandato)
“Quando il governo non rispetta i diritti del popolo, l'insurrezione è il più sacro dei diritti e il più necessario dei doveri”.
Penso che chi non merita la mia delega di sovranità, non ha nemmeno la legittimità per accusarmi o giudicarmi, nel tentativo di evitare il conflitto esistente tra le classi dominanti e le classi popolari.
Una Procura dello Stato che si piega mentre banchieri e politici cospirano contro il popolo non ha nessuna legittimità per accusarmi di nulla, né per imporre alcuna pena per un'azione politica come quella che ho fatto.
Le leggi su cui sono basate le accuse contro di me, fino a che vengono utilizzate a beneficio dei potenti e contro le classi meno potenti non hanno alcuna validità. In concreto la mia azione contro le banche è stato un atto di recupero e giustizia sociale, volto a riequilibrare, anche se in modo molto limitato, una parte delle ingiustizie che commette chi ostenta il potere.
A tutti gli amici e amiche che si preoccupano che io possa finire in carcere, a quei compagni che pensano che possa soffrire pensando a questa possibilità, voglio che sappiate che non è così, che sono come sempre positivo e ottimista rispetto a quello che potrà succedere e soprattutto a quello che siamo capaci di fare.
Nella pubblicazione “Crisi” già ho scritto: “Se lo Stato non è capace di uscire dalla pressione data dai poteri di fatto, che lo dimostri a tutti e tutte tenendomi in una prigione.”
Il carcere è verosimile per me, è certo, lo era fin da quando ho deciso di iniziare la diserzione bancaria, così come quando feci l'azione pubblica e come quando, nell'arco di due mesi veramente, tornai all'attivismo pubblico il 16 marzo 2009.
So che se finissi in carcere, si chiuderebbero alcune porte ma se ne aprirebbero anche delle altre. Il potere fa molta difficoltà a portarci in galera a causa di azioni politiche di disobbedienza civile, perchè sa che possono causare loro una perdita molto forte di legittimità e ritorcerglisi contro.
Diversi momenti storici ci hanno dimostrato che la reclusione di attivisti sociali può essere l'inizio del successo degli obiettivi per cui essi lottano.
Senza andare troppo lontani, vale la pena rammentare il ruolo che ebbe la reclusione di disertori del servizio militare nell'eliminazione dell'obbligo al servizio militare stesso.
Nel febbraio 1989 57 giovani si dichiararono disertori del Servizio Militare dell'Obbligo. Da allora e fino al 2001, data in cui venne abolito, 1670 disobbedienti finirono in prigione (Rif: http://www.cgtcatalunya.cat/spip.php?article3529)
Ci sono persone che si chiedono come possono appoggiarmi. Più che rispondere loro preferisco cambiare la domanda.
“Se vieni ad aiutarmi stai perdendo tempo. Ma se vieni perchè senti che la tua liberazione è legata con la mia... allora lavoriamo insieme”.
Allora che ti pare questa domanda: Come possiamo lavorare insieme?
Penso che il tuo tempo sia troppo di valore perchè tu lo perda diffondendo testi, raccogliendo firme o partecipando a manifestazioni per la mia assoluzione. Questo tipo di azioni corrono il rischio di farci pensare che la risposta ce l'abbiano i politici mentre sappiamo che non è così: la risposta l'abbiamo noi.
No ho intenzione di spingere alcuna campagna di appoggio per impedire che mi mandino in galera, quello che desidero è che siamo sempre di più a passare all'azione. Io stesso se potessi lo rifarei. Proprio come in passato ho fatto quell'azione di diserzione bancaria, in futuro continuerò a fare tutto quello che potrò, per quanto questo mi possa mettere a rischio di reclusione.
C'è bisogno di 1,2,3, 1000 persone che disertino. Solo estendendo la disobbedienza abbiamo possibilità reali di cambiare il mondo.
Per questo con alcune compagne abbiamo dato inizio all'iniziativa “Esercitiamo il diritto di ribellione” il settembre passato. Già da quel momento dichiarammo la mancanza di legittimità delle istituzioni che gestiscono lo Stato, nell'ambito del colpo di stato finanziario, e cioè dell'attuale Costituzione.
Tramite il manifesto che diede origine a questa iniziativa faciliteremo il contatto tra persone che vogliano impegnarsi nella diserzione nei confronti dello Stato e nella disobbedienza verso tutte quelle leggi e politiche che consideriamo ingiuste.
È nel quadro di questa iniziativa di Diritto alla ribellione che voglio collocare la risposta politica a un ipotetico giudizio per diserzione bancaria. Per questo, invece che aderire ad un manifesto per la mia assoluzione ti invito a conoscere il nostro manifesto http://www.derechoderebelion.net e se potrai impegnarti personalmente nella disobbedienza civile, potresti unirti alle 540 persone che hanno attualmente aderito.
Quella del Diritto alla ribellione non è solo una proposta di disobbedienza civile coordinata, ma anche una strategia di azione che vuole approfondire una visione del mondo che si impegna per l'autogestione e la costruzione di alternative al capitalismo. Per questo invitiamo anche nel manifesto alla resistenza fiscale totale nei confronti dello Stato, per riconvertire le tasse all'utilizzo autogestito nelle assemblee popolari locali, che sono sorte in molti posti a partire dal 15-M e in alcuni casi sono legate ad oggi ad una cooperativa integrale.
Le assemblee locali, che cercano di esser sempre più popolari, e le cooperative integrali che stanno sorgendo giorno dopo giorno, sono alcuni esempi di alternative d'autogestione rispetto al sistema attuale, e sono esempi molto più meritevoli della delega di sovranità popolare che viene da persone che come me partecipiamo quotidianamente alla vita politica a partire dai movimenti assembleari, piuttosto che le istituzioni dello Stato spagnolo o del Generalato di Catalogna.
Se volete organizzarvi in una collettività, partecipare alle assemblee locali, creare un gruppo di lavoro locale di diritto alla ribellione, o mettervi insieme ad altri della vostra zona per partecipare ad una cooperativa integrale, queste possono essere tra le migliori forme di partecipazione.
So che parlare di estendere la disobbedienza, di rischio di detenzione e di prigione ci riempie di timori e insicurezze; ma so anche per esperienza che vivere la libertà intesa come coerenza tra pensiero e azione genera un sentimento di benessere che 1000 barriere non possono bloccare.
Anche ora non è la miseria, né il carcere, né la polizia che ci deve far paura, chi ci deve intimorire è i nostro stesso timore, perché è l'unico che realmente ci separa dall'empowerment che ci serve per recuperare il controllo delle nostre vite e delle nostre società.
Per cui, compagno, ti chiedo di superare le tue paure, di smettere di adorare gli altri, ma mettere forza in noi stessi. Tu a modo tuo puoi fare di più, e ogni volta attorno a te avrai sempre più persone che potranno accompagnarti in questo percorso.
E compagna, se stai disobbedendo, non nasconderti, riconosci pubblicamente il tuo impegno ribelle e condividi con chi hai attorno la tua esperienza di dignità. Così faremo sì che il coraggio si socializzi e nessuna persona ribelle si debba sentire sola.
Martin Luther King disse più di 40 anni fa “Finiremo per pentirci in questa generazione, non tanto per le brutte azioni della gente cattiva, ma per l'incredibile silenzio della gente buona”. Non possiamo lasciare che la stessa storia si ripeta anche con la nostra generazione.
Un gruppo di criminali del mondo della finanza ha fatto man bassa del poco che rimaneva di democratico negli Stati e sta portando a termine un piano premeditato per privarci dei nostri diritti sociali, solo per aumentare i suoi vantaggi. Questo si aggiunge alla gravissima crisi ecologica, energetica, alimentare, sociale e dei valori che sta accompagnando il declino del sistema capitalista.
Abbiamo la fortuna di essere la generazione più informata della storia. Abbiamo imparato che siamo milioni le persone disposte ad agire. Ora non ci sono scuse.
Non basta essere indignati, solo un impegno che si accompagni ad un'azione di disobbedienza rispetto al potere politico-finanziario potrà portarci verso i nostri obiettivi. Non c'è sicurezza di breve termine che possa giustificare il fatto che lasciamo questa sfida sociale per il futuro.
Con l'appoggio gli uni verso gli altri ci aiuteremo nelle difficoltà; partendo dall'autogestione possiamo risolvere i problemi di chi ci sta vicino molto meglio di come lo sta facendo lo Stato.
Scendere in strada e riunirci non è sufficiente, abbiamo bisogno che smetti di obbedire, che smetti di comandare, che smetti di pagare l'ipoteca, che smetti di pagare le tasse allo Stato e le paghi invece al popolo, che smetti di acquistare dalle multinazionali, che smetti di accettare discriminazioni di qualsiasi tipo. Qualunque siano le tue catene, infrangile.
Il momento è ora! Uniti possiamo farcela!
lunedì 16 gennaio 2012
Agora Internazionale di Roma - Programma 17 gennaio
AGORA INTERNAZIONALE DI ROMA PROGRAMMA DEL 16 GENNAIO
domenica 15 gennaio 2012
#carnevaleindignato #agoraroma #occupyvatican - Lunedi 16/01 ore 15:30 a San Giovanni - Assemblea sulla disabilità e la crisi economica
#carnevaleindignato #agoraroma #occupyvatican #occupypresepe - diretta streaming del corteo - ore 16 assemblea a Piazza del Popolo
Resoconto quarto giorno e Carnevale del Sistema- Agora Roma - !4/1/201
- Assemblea tematica sul debito: http://bambuser.com/channel/agora+roma+2012/broadcast/2284511
- Inizio dell’azione #occupyvatican: http://bambuser.com/channel/agora+roma+2012/broadcast/2284829
- Cariche della polizia: http://bambuser.com/channel/agora+roma+2012/broadcast/2285162
- Cariche della polizia: http://www.youtube.com/watch?v=gPlAOVI3zOI&feature=youtu.be
- Carnevale del Sistema: https://www.facebook.com/events/143113222467398/