Con la protesta cittadina e
l’occupazione delle piazze come metodo, con la rivendicazione che le persone
siano al di sopra dell’economia, gli Indignati statunitensi hanno trovato i
propri referenti nella “primavera araba” e nel 15M spagnolo. Oggi il movimento 'Occupy Wall
Street', a immagine e
somiglianza di quello 'Toma la plaza', si
sta già estendendo in vari punti della geografia nordamericana.
Mónica López, fotografa,
giornalista e membro della commissione video dell’accampata di Sol, sta
partecipando da due settimane al movimento degli Indignati di Wall Street.
Come ci finisce un’Indignata spagnola a Wall Street?
Dopo la manifestazione del 15
maggio, sono rimasta a Sol le tre settimane che durò l’accampata. Sono stata
nella commissione video, alla quale continuo a partecipare. Lì, mi sono unita
ad altri membri della commissione per
realizzare un documentario sul movimento 15M e quando abbiamo saputo
dell’iniziativa di occupare Wall Street, abbiamo deciso di venire a coprirla.
Ed è arrivato il 17S…
Il 17 settembre c’era la
manifestazione, alla quale teoricamente dovevano partecipare 20.000 persone, ma
all’inizio eravamo solo 300. Lì distribuirono volantini e invitarono tutti allo
Zuccotti Park (ribattezzato dagli Indignati Liberty Plaza) per partecipare a
un’assemblea generale. In 200 circa abbiamo deciso di accamparci. Il giorno
dopo iniziarono a crearsi le commissioni come a Sol. In ogni angolo si vedevano
persone in circolo che facevano piccole assemblee.
Un’accampata come quella di Sol?
Bè, non è la stessa cosa
accamparsi in Spagna a maggio che farlo qui, fa molto freddo e piove quasi
tutti i giorni. Inoltre, la polizia non ci permette né di montare tende né di
coprirci con teloni per ripararci dalla pioggia. La terza notte c’era minaccia
di pioggia, e quindi all’una del mattino abbiamo montato due teloni, uno per
ripararci e l’altro sul cibo. Sono andata a letto alle 5 e, quando ho
aperto gli occhi alle 7, ho visto tre
tende nella piazza. Sono stata molto felice. Mi sono detta che ormai era una
vera accampata. E così mi sono messa a riprendere e a fare foto, ma in poco
meno di dieci minuti è arrivato un gruppo di poliziotti e ci ha obbligati a
smontare tende e teloni. Da allora, è tutto all’addiaccio e le uniche cose che
abbiamo per ripararci dalla pioggia sono i sacchi a pelo e gli impermeabili.
Quanta gente partecipa al movimento?
La prima notte eravamo in 200, ma
la cifra è cresciuta in queste due settimane fino a 500. Le assemblee sono più
grandi, di circa 2000 persone. Un poliziotto mi ha detto che finché non
facciamo niente di illegale né molestiamo i vicini, possiamo restare in
piazza tutto il tempo che vogliamo. Il
problema è che è proibito montare tende, teloni, usare il megafono … non si può
fare niente!
E voi Indignati spagnoli che avete fatto lì?
Noi abbiamo creato la commissione
video. Abbiamo iniziato a parlare delle
commissioni che abbiamo in Spagna e le hanno create anche qui. Non avevano
niente di realizzato e adesso hanno già
creato la commissione di azione, infrastruttura, alimentazione e sicurezza.
Siamo venuti a passare loro un po’
dell’esperienza che ci portiamo da Madrid, perché abbiamo fatto un sacco di
errori e non vogliamo che li facciano anche loro. Il secondo giorno siamo
andati a cercare un generatore per avere elettricità in piazza e lavorare da
qui come abbiamo fatto con la commissione video di Madrid, per non dover andare
a casa a caricare la batteria dei computer o delle macchine fotografiche e per
avere la connessione a internet.
E hanno preso nota?
Poco a poco, gli costa. Noi
abbiamo raccontato loro come è successo in Spagna. Abbiamo messo su una lavagna
le commissioni create a Madrid e hanno iniziato a poco a poco a sviluppare
l’organizzazione, l’assemblea e le commissioni.
Anche se, come è normale, lo fanno a modo loro.
Sono molto diversi dagli Indignati spagnoli?
La società americana non ha
niente a che vedere. Io pensavo di avere più o meno un’immagine di come
fosse, però arrivando qui mi sono
accorta che in realtà non ne avevo idea. È la prima volta che vengo in
America. La metà di quelli che
partecipavano all’inizio erano sempre stati attivisti e l’altra metà studenti e
hippies americani. Tuttavia, col passare dei giorni, hanno iniziato ad arrivare
famiglie, madri con bambini, anziani … ma soprattutto ci sono tanti giovani.
Per quanto riguarda le richieste, sono più o meno le stesse ma si focalizzano
maggiormente sulle banche. Perciò è a Wall Street.
Ci sono due grandi lamentele: i media e la polizia.
Senza dubbio. I media non sono
venuti il primo giorno. Hanno cominciato ad arrivare la seconda sera, però
registravano e non mandavano in onda nulla. Più tardi, quando abbiamo iniziato
ad essere moltissimi di più, e soprattutto alla luce di quanto è successo il
giorno 24 quando hanno arrestato più di cento persone usando violenza, spray al
peperoncino e reti, non hanno avuto altra possibilità se non fare eco. Inoltre,
questa settimana sono venuti a trovarci vari personaggi mediatici per
appoggiarci, come Michael Moore e l’attrice Susan Sarandon.
Riguardo alla polizia, all’inizio
ho pensato che non avevo mai visto degli agenti così educati. Chiedevano tutto
per favore e con buone maniere. Ma è
durata tre giorni. Quando ha iniziato a piovere e abbiamo provato a mettere i teloni, hanno cominciato ad
arrestare la gente in modo violento. Dopo le cose sono peggiorate ancora.
Suppongo che succederà come a Madrid, dove non si aspettavano che la protesta
durasse ma, quando quelli in alto hanno visto che così non era, sono cambiate
le cose.
Vorrei gentilòmente chiedere come mai gli indignati non denunciano lo strozzinaggio bancario del SIGNORAGGIO, ovvero l'illegalità del sistema secondo il quale le banche private battono moneta al posto dello stato (BCE come prima la Banca d'Italia e come tutte le banche che al mondo emettono moneta sono enti privati)
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