Verbale
assemblea del 2 ottobre 2011
(circa
45/50 persone all'inizio, aumentate un pò nel corso dell'assemblea)
ASSEMBLEA SUL TEMA DELLA NON-VIOLENZA.
ORDINE DEL GIORNO:
-NON VIOLENZA
-PROTESTA AMERICANA
-COMUNICAZIONE WEB
-CENNI SULLE ASSEMBLEE DI QUARTIERE
Si
apre con la votazione: tutti i presenti sono d'accordo con il cambiare il nome
"servizio d'ordine" con "commissione rispetto".
Si
ripetono le gestualità assembleari per la presenza di nuovi partecipanti.
Il
moderatore legge una nota sulla non-violenza del 15M.
Si
passa agli interventi sulla NON-VIOLENZA:
Alessandra
fa notare che una delle differenze tra Spagna e Italia è il consenso delle persone in tema
non-violenza. In Spagna i media hanno trasmesso le immagini della repressione
della polizia, con gli indignados che subivano maltrattamenti senza reagire.
Qui questo non avviene, a partire dalla Val di Susa e in tutte le circostanze
in cui le forze dell'ordine hanno abusato della loro autorità facendo violenza
sui manifestanti. Secondo lei una priorità è cambiare il sistema di
comunicazione e renderlo davvero libero. Chiede se il motivo per cui abbiamo
scelto (come assemblea di San Giovanni) di non partecipare al coordinamento
15.O che si riunisce nella sede ARCI di Pietralata sia la mancanza di accordo
sulla non-violenza. Si tenta di spiegarle che non è per questo motivo, ma per
la mancanza di accordo unanime sull'assenza di bandiere, sigle partitiche e
palchi.
Mara
dice che bisogna mettere in chiaro pubblicamente i motivi della nostra scelta
di non aderire al coordinamento sopra citato.
Fa
2 proposte:
1-dedicare
una parte dell'assemblea al coordinamento del 15.O;
2-adoperarsi
per trovare un sistema di diffusione dell'importanza della non-violenza, da
trasmettere a tutti.
Eracle
ed altri sono contrari alla proposta n.1, perchè il tema della non-violenza è
molto importante e finora ha sempre ceduto il passo all'organizzazione pratica
della giornata, facendo sì che questa importanza venisse trascurata.
Andrea
M. è contrario alla proposta n.1 e ribadisce l'importanza di partecipare alle
varie riunioni indette dalle altre realtà, per rendersi conto delle chiusure
che ci sono da parte loro. Fa notare che noi facciamo sempre in modo che
qualcuno dell'assemblea vada a conoscere queste realtà, invitandole a
partecipare alle nostre assemblee, favorendo un'unione. Parla della sua
esperienza al teatro Valle occupato, dal quale dopo mesi di presenza è stato
invitato ad allontanarsi, a causa della mancanza di fiducia, da parte degli
"occupanti", nei nostri metodi. Fa notare che da parte nostra non c'è
chiusura ma apertura. Ribadisce l'importanza di diffondere al di fuori
dell'assemblea il messaggio della DEMOCRAZIA DIRETTA.
Antony,
che partecipa per la prima volta all'assemblea (e che poco dopo il suo
intervento abbandona l'assemblea senza neanche salutare, con atteggiamento
infastidito), crede che la solidarietà con i violenti ci deve essere, perchè
comunque gli intenti sono gli stessi. Ribadisce più volte che l'assemblea è
composta da 50 persone, che dovrebbe premurarsi di trasmettere l'importanza
della non-violenza anche a chi non la adotta.
Daniele
P. dice che secondo lui spendere tante energie nel parlare di altre realtà e
movimenti ci fa perdere di vista chi siamo noi. L'osservazione riceve consensi.
Parlando
di non-violenza dice che partendo dalla natura, nella quale vige la legge del
più forte, è tutto riconducibile all'ambiente che ci circonda e che ci sono
tanti tipi di violenza che siamo costretti a subire e quindi ad adottare. La
regola di non fare aagli altri ciò che non vorremmo fosse fatto a noi potrebbe
essere un punto di partenza, per far sì che la ragione "controlli" la
naturale violenza insita in tutti noi.
Corrado
porta una sua esperienza personale di non-violenza (nello specifico Gandhiana).
In sintesi osserva che quando la non-violenza si applica nella vita di ogni
giorno, tra poche persone, se ne trae molto beneficio con facilità, ma quando
si tenta di allargare il campo, allora nascono problemi perchè la gente non è
pronta. Fa l'esempio di Gandhi che ha trascinato un intero popolo con la
non-violenza, dice che dobbiamo restare non-violenti e man mano convincere gli
altri che è la via della non violenza è la migliore per procedere. Invita tutti
a considerare che ci sono diversi tipi di violenza e anche di non violenza.
Emiliano
risponde a Antony dicendo che per lui e per molti partecipanti all'assemblea,
il fatto di COME cambiare le cose non è secondario al fatto che effettivamente
le cose cambino. Se l'intento è comune ma uno va con atteggiamento non-violento
e un altro con un bazooka, lui non sente che l'obiettivo, pur essendo
originariamente lo stesso, sia comune. LA MODALITA' NON VIOLENTA NON SI USA
PERCHE' FUNZIONA DI PIU', MA PERCHE' MI FA SENTIRE MEGLIO E COERENTE CON IL MIO
ESSERE.
Flora,
della commissione internazionale, inizia parlando della situazione della
Grecia, del fatto che il governo ha tolto i farmaci anti-dolorifici ai malati
terminali. Ricorda all'assemblea che a fine giugno c'è stato un attacco alla
piazza occupata da manifestanti non violenti. Dice che sostanzialmente c'erano
due gruppi: uno con uno spirito simile al nostro, l'altro molto politicizzato.
La polizia ha attaccato e i greci hanno pensato di portare avanti la loro
reazione non-violenta come potevano. E' stato lì che Flora ha visto come la
gente ISOLA le situazioni violente. I governi puntano sulla disinformazione per
caricare le persone a casa, dicendo che i movimenti sono violenti e divulgando
un'immagine non reale della situazione. Dice che i violenti si auto-emarginano
e ci esorta a continuare a credere in ciò che facciamo.
Secondo
Alice, più che parlare di non-violenza in generale, bisogna sforzarsi di
trovare i modi CONCRETI di agire e di dare l'esempio. Dice che quando si
sperimenta qualcosa, come anche la non-violenza, quell'esperienza non si
cancella e ti rimane dentro. I violenti dovrebbero sperimentare la non-violenza
per capire come ci si sente e che cosa si intende per non-violenza.
L'istinto
dell'essere umano è di reagire con violenza a ciò che non gli sta bene, bisogna
trovare l'altro modo di reagire.
Cecilia
dice che siamo abituati a subire le azioni dei potenti. Dovremmo essere
"creativi" e proporre azioni concrete, per esempio flash-mob, per
stare in mezzo alla gente e diffondere, senza aspettarsi soltanto che sia la
gente a venire da noi in piazza San Giovanni.
Proposta.
che ogni sabato si organizzi un flash-mob in centro.
Marta
fa l'esempio della sua esperienza personale e di come si sta misurando con la
diffusione della non-violenza, dicendo che bisogna cercare di sensibilizzare
chi è scettico. Sta invitando le sue conoscenze a partecipare all'assemblea più
vicina, in quanto lo ritiene il primo e più semplice approccio alla
non-violenza, proprio perchè il metodo inclusivo che si adotta nell'assemblea,
è esso stesso un esempio di non-violenza e che provando, si può capire di cosa
si tratta. Ribadisce che per lei la partecipazione alle assemblee è una
palestra utilissima per smorzare la sua irruenza.
Cristina
parla della Val di Susa, dicendo che la protesta no-tav è un esempio di
resistenza non-violenta. Dice che i violenti sono stati allontanati e cacciati
e mette l'accento sulla resistenza e non soltanto sull'azione non-violenta.
Tiziana
è la prima volta che partecipa. Lei lo vede con se stessa: trovare
l'alternativa alla prima reazione violenta che ci viene spontanea è già un buon
esercizio. Vede che la gente vuole tutta dire basta, ma non sa come unirsi.
Propone di creare un gruppo di proposte di azione.
Christian
propone di fare dei workshop con persone che abbiano vissuto situazioni del
passato, che possano raccontarci esperienze dirette di violenza e non-violenza,
in modo da trovare spunti.
Alessandra
fa notare che le persone sono intrappolate in condizioni economiche che sono
all'insegna della violenza. Bisognerebbe innanzitutto emanciparsi a livello
economico. Osserva che alcuni dei modi diretti di fare non-violenza sono quelli
che sperimentiamo noi in assemblea e che la non-violenza non è soltanto
starsene fermi a subire quella di qualcun altro, ma esplorare le possibilità
alternative di reazione.
Propone,
in caso di situazioni di tensione in manifestazione, di adottare il
"CLOWNISMO". Spiega che si tratta di persone mascherate da clown che
si mettono in mezzo tra manifestanti e polizia, spiazzando tutti e
interrompendo la tensione.
La
proposta è accettata da molti partecipanti all'assemblea.
Flora
conferma che è un'azione efficace e che ha funzionato anche durante
l'occupazione di Parigi.
Matteo
afferma che in Italia non siamo pronti per attuare pratiche non-violente e che
noi tutti dell'assemblea di San Giovanni non siamo pronti a gestire grandi
assemblee. Per comportarsi come gli indignados di Barcellona che alzavano le
mani mentre prendevano manganellate, bisogna che ci sia una buona
organizzazione alle spalle, che metta le persone in condizione di sapere come
comportarsi.
Propone
di fare un'assemblea prolungata, sul tema dell'organizzazione di atti
non-violenti e di gestione di grandi assemblee.
Giorgia
porpone di usare internet per chiamare gente a sperimentare l'assemblea e la
non-violenza e per dare direttive sul come comportarsi in caso di tensioni
durante le manifestazioni.
>
INTERVENTO SULLA NECESSITA' DI DIFFONDERE LE MODALITA' DI AZIONE PER IL 15.O,
RIBADENDO CHE BISOGNA SPECIFICARE NEL NOSTRO APPELLO "COSA FARE" E
NON SOLTANTO "COSA NON FARE" IN CASO DI EPISODI VIOLENTI.
Claudio
M., rifacendosi alla proposta di Cecilia (flash-mob il sabato), propone di fare
assemblea in centro subito dopo il flash-mob, per dare la possibilità alle
persone di conoscerci.
Fa
notare che è fondamentale partecipare alle diverse commissioni e farle
funzionare come si deve.
E'
vero che nel passato ci sono tanti episodi di rivoluzioni violente, ma il
passato è preistoria e il futuro è ora, guardiamo al futuro nella non-violenza.
L'affermazione riceve il consenso pressochè unanime.
Massimo:
abbiamo tanti contatti in tutta Italia. Gli aspetti che colpiscono di più, come
hanno colpito anche me e che mi tengono qui sono:
1-
che questo è un movimento non-violento;
2-
che è apartitico;
3-
che vuole un cambiamento radicale del sistema.
Questi
aspetti innovativi sono la nostra forza, però dobbiamo essere più concreti,
perchè a volte ci perdiamo un pò in chiacchiere, invece abbiamo la
responsabilità, verso la gente che potrebbe unirsi a noi, di concretizzare
azioni da diffondere per farci conoscere.
Sofia
dice che avverte una smania di organizzazione e che si sta perdendo lo spirito
di stare insieme per tirar fuori contenuti. Propone di ridurre le commissioni e
di fare meno proposte, per poterci concentrare su poco alla volta.
PROTESTA AMERICANA (SITUAZIONE INTERNAZIONALE)
Flora:
prima di parlare dell'America fa un quadro generale. Informa che ci sono
persone che dicono far parte della commissione internazionale e che si stanno
impossessando di parte dell'informazione sul web, senza che sia ben chiaro chi
siano questi individui. Pare siano spagnoli (soprattutto di Barcellona) che
vivono in Belgio, Francia e altri Paesi. Dice di diffidare di questo gruppo (Drinternational?
Greenternational? Non si è capito il nome).
Sulla
Spagna abbiamo le idee più o meno chiare.
Il
17 settembre l'anti-banks day era stata pensata perchè partisse a livello
globale, contro il sistema finanziario. C'è stata molta confusione in giro per
il mondo: chi partecipava, chi no, tranne che a Wall Street. L'iniziativa è
partita da un gruppo di anarchici che neanche conosceva il movimento degli
indignados.
Gli
americani sono intenzionati ad andare a oltranza, stanno continuando a occupare
all'insegna della non-violenza.
700
arresti oggi, durante i quali nessuno dei manifestanti ha usato violenza,
facendosi trascinare via senza opporre resistenza.
Ci
informa che I MARINES AMERICANI HANNO DECISO E COMUNICATO CHE ANDRANNO A WALL
STREET A DIFENDERE I MANIFESTANTI. La notizia fa esultare l'assemblea.
Dall'Islanda,
alla Spagna, Grecia, Irlanda, un pochino in Italia, ma in Europa in generale la
rivolta si sta un pò spegnendo. In America sono invece molto motivati e
determinati e procedono. Lì i gruppi che appoggiano il movimento, sono tanti
(Flora ne elenca qualcuno) e la cosa sta avendo molta risonanza a livello
mediatico. La protesta europea ha dato il via in America, ma per assurdo in
Europa c'è un blocco. C'è chi non vuole che questa protesta vada avanti e non
permette che lo faccia.
COMMISSIONE WEB
Emiliano:
informa che lo streaming è molto seguito. I video funzionano molto bene come
diffusione. Dice che per la diffusione, oltre all'attività di piazza, bisogna
puntare molto sullo sviluppare video.
Blog:
bisogna ottimizzare il meccanismo di aggiornamento.
Chiede
le info dettagliate sulle commissioni (da chi sono formate, quando si
riuniscono e chi è il referente da contattare eventualmente e il suo recapito)
per poter mettere online gli appuntamenti.
Facebook:
i post vengono sommersi con troppa facilità: è un buon mezzo di diffusione ma
un pessimo mezzo di organizzazione tra noi.
Propone
di usare le NOTE per poter comunicare tra noi, forse è meno dispersivo e più
funzionale.
Matteo:
la diffusione non può essere fatta soltanto da loro due, ma da tutti noi. Loro
ci forniscono il materiale che però dobbiamo contribuire tutti a diffondere.
Flora
dà alcune info di carattere tecnico sul programma TOR di navigazione sicura
senza che sia riconoscibile l'IP, su HUSH MAIL (sito canadese) per un mail
sicura e sui PIRATE PAD per commentare e correggere documenti tutti insieme, in
tempo reale.
C'è
infine un intervento di Chiara F. da Milano, dove dice di aver conosciuto la
Rete degli immigrati non autorizzati (persone senza permesso di soggiorno). Da
Milano, molte persone di quel gruppo vogliono partecipare al 15.O e ci chiedono
se c'è un corteo sicuro, perchè nella loro situazione non possono correre
rischi.
Si
formulano delle proposte:
oltre
a Mauro e Mirko che accompagneranno il corteo dei lavoratori, non assicurando
che si muovano nell'assoluta non-violenza, si pensa di individuare chi della
piazza vuole partecipare al corteo creando uno spezzone con striscioni ben
chiari sulle nostre modalità, al quale i possano unire tutti quelli che in
queste modalità si riconoscono. Quindi, eventualmente definire orario e luogo
esatto dell'appuntamento di questo spezzone.
Alcuni
dicono che forse è bene che per la loro situazione di clandestini, gli
immigrati evitino di partecipare al corteo e vengano direttamente in piazza per
l'assemblea, così da non correre rischi.
C'è
una proposta sul fare assemblee itineranti nella città, invece di far restare
piazza San Giovanni l'unico luogo fisso. Se ne parlerà nell'ordine del giorno
della prossima assemblea.
Urge
un vademecum per come fare le attività nei QUARTIERI.
Già
presenti quelle di Spinaceto e Casal Bertone, già definite quelle di
Monteverde/Marconi, di Roma nord, Roma est e Università, ma non ancora attive.
Proposta
di incontrarsi nella commissione "pensiero collettivo" a partire da
lunedì 3 ottobre, alle ore 18, in piazza San Giovanni.
Si
delinea Andrea M., Alice e Emiliano come referenti dei laboratori sulla
non-violenza, e si accetta di accorparli alla "commissione rispetto".
Si
pensa di mettere punti informativi con urne dove la gente possa fare delle
proposte di azione. C'è da discutere le modalità.
L'assemblea
si chiude dandosi appuntamento a mercoledì 5 ottobre come di consueto alle ore
19.
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