domenica 29 maggio 2011

29/05/2011. Democrazia reale ora. Grande assemblea di San Giovanni


Oggi dalle 19.00 gli “indignati” che vivono a Roma (ma che provengono da tantissimi luoghi differenti) si riuniscono di nuovo in Piazza San Giovanni, sotto la statua di San Francesco; tanti di quelli che hanno partecipato ad un concertone del primo maggio sapranno di che piazza e statua parlo.
Questo di lunedì 30 maggio sarà il secondo incontro dal vivo delle persone che si stanno unendo nella capitale italica per dare vita a quel movimento che in Spagna è diventato ormai una realtà che coinvolge centinaia di migliaia di persone in tutto il paese e che ha occupato, giorno e notte, con pratiche di democrazia diretta le più importanti piazze delle maggiori città spagnole. I giovani e meno giovani, indignati e delusi da questo sistema economico-politico, si accampano e si riuniscono in assemblea e in gruppi tematici per decidere proposte e per prendere decisioni collettive su tantissimi temi. Gli indignati non violenti di Barcellona hanno anche subito una piccola repressione a suon di manganellate da parte della polizia ma dopo poche ore, in migliaia, hanno rioccupato la piazza dove si erano riuniti ormai da giorni.
La protesta di “Democrazia reale” che stanno portando avanti gli spagnoli prende le mosse un po’ dalle azioni che hanno scatenato le rivoluzioni nei paesi arabi, che tutt’ora proseguono contro gli eserciti e i governi di transizione a dispetto di quanto sostengono i saccenti esperti nostrani, e un po’ dalla “rivoluzione” islandese dove alcuni dei responsabili finanziari della forte crisi che il paese sta vivendo sono stati arrestati e sono state promulgate nuove leggi contro la corruzione. Ma, ovviamente, questi non sono i confini politici all’interno dei quali si muovono le proteste, si tratta di semplici eventi. Come ogni sana democrazia insegna le scelte, le proposte, le decisioni si prendono collettivamente in assemblee aperte e partecipate da i non indifferenti.
E’ per questo che questa forma di movimento ricorda molto la “propaganda del fatto” di malatestiana memoria: fare una cosa che si vuole dire è il modo migliore per dirla. In questo caso, migliaia di cittadini richiedono democrazia praticandola in prima persona nelle piazze e condividendo questa pratica con migliaia di altri che avvertono lo stesso bisogno.
Forse è per questo che la protesta portata avanti soprattutto dai giovani che, insieme ai pensionati, sono quelli che più subiscono l’arroganza di questo sistema politico-economico così corrotto e in via di estinzione, si sta diffondendo in tutta Europa. In Grecia, che è il paese europeo messo peggio, sono settimane che decine di migliaia di persone sono accampate in Platìa Syntagma (la piazza del parlamento di Atene) e non accennano ad andarsene (il 29 maggio sono segnalate oltre 100.000 persone in piazza…). Bisogna anche dire che in Grecia, ormai da un paio di anni gli scioperi generali di massa si susseguono alternandosi ad azioni clamorose e costanti scontri di piazza tra manifestanti e polizia a causa della crisi profondissima che sta portando nel baratro tutto il paese, anche e soprattutto quelle persone che non hanno fatto niente per creare la crisi. I soliti noti, invece, non hanno nessun problema.
Oltre alla Grecia la solidarietà diffusa e la protesta democratica stanno accendendo focolai in Francia, Inghilterra, Germania (che però è il paese meno colpito dalla crisi) e, come detto, anche in Italia. Diverse città della penisola stanno vedendo la nascita di assemblee spontanee di piazza e da ieri, domenica 29 maggio, tocca anche a Roma e ai suoi abitanti fare la sua parte.
I grandi media ne parlano poco (a dire la verità non seguendo la TV in nessuno dei suoi canali non ne conosco più il comportamento) ma in tutta Europa sta succedendo qualcosa di veramente significativo, anche se non è detto che tutto quanto sta succedendo porterà a delle conseguenze concrete di medio-lungo periodo.
Il livello organizzativo è ancora molto “scarso” e disarticolato mentre non esiste alcuna sponda politica che possa ricevere e farsi onestamente portavoce delle richieste di democrazia che vengono dal basso. Per questo motivo uno dei punti cruciali di questo movimento sarà il modo in cui, se dovesse crescere, dovrà condividere le decisioni e le proposte prese in assemblea con un paese intero. Per adesso è molto difficile anche solo farle conoscere dato che i media spettacolo si occupano più di altro.
In ogni caso dalla piazza occupata di Barcellona è arrivato un gran bel segnale: a fronte delle durissime manganellate della polizia la piazza non ha reagito con violenza (questo però a causato il ferimento di oltre 100 manifestanti) prendendosi sì tantissime legnate gratuite ma trovando la forza di rioccupare la piazza dopo un paio di ore con migliaia di persone che non hanno intenzione di mollare di un centimetro e, anzi, probabilmente grazie alla repressione alla cieca sono ancora più convinti e fomentati nel fare quel che stanno facendo.
Non esistono conclusioni da poter fare a questo punto della storia, difficile formarsi un’opinione nel merito dello sviluppo di questo movimento in Italia anche se non è difficile immaginare che pur non smuovendo un milione di persone non avrà quella vuotezza di contenuti che ha caratterizzato la vita del “popolo viola” e non avrà neanche quell’uomo forte, faro politico/mediatico, che hanno gli amici di Beppe Grillo e il cui riscontro in termini di consensi elettorali è sotto gli occhi di tutti.
Una cosa è certa però. Se non c’è unione tra le istanze di protesta-proposta (rivolta, rivoluzione, disobbedienza, chiamatele come volete) diverse nessuno andrà mai da nessuna parte. Su questo i vari movimenti nati a causa di questa crisi dovrebbero ragionare parecchio e soprattutto sbrigarsi ad unirsi tra loro nella produzione costante di proposte concrete assunte con metodi più democratici e trasparenti possibili!



2 commenti:

  1. ragazzi ma come funziona? è un presidio fisso o si torna sulla piazza ogni giorno?

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  2. Per ora stiamo tornando in piazza ogni giorno, il desiderio comune è però quello di rendere il presidio sempre più "stabile" e immediatamente individuabile.

    In ogni caso ogni sera alle 19 c'è un'assemblea a cui TUTTI SONO INVTATI!

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